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Cannes: Whitaker, sarò in Megalopolis con Coppola

Cannes: Whitaker, sarò in Megalopolis con Coppola

La Palma d'Oro d'onore, non ignoriamo le guerre dimenticate

CANNES, 17 maggio 2022, 20:13

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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(di Giorgio Gosetti) Di lui il critico di Variety, Roger Ebert, ha scritto: "è un uomo misurato, sereno, che trasmette fiducia", tutti aggettivi che definiscono bene Forest Whitaker, sbarcato a Cannes come ambasciatore umanitario dell'Unesco e celebrato stasera con la Palma d'onore che lo scorso anno aveva premiato Jodie Foster. A Cannes c'è stato sei volte, il che lo fa sentire quasi a casa, ma ammette che l'emozione della prima volta, nel 1988 con "Bird" di Clint Eastwood, non potrà scordarla mai più. "Ero proprio un ragazzo allora e del mondo del cinema conoscevo ben poco nonostante avessi già lavorato con grandi registi come Martin Scorsese e Oliver Stone. Vinsi la Palma come miglior attore e da lì comincia la mia vera storia d'amore con la macchina da presa".
    I cinefili avrebbero voluto vederlo premiato una seconda volta, quando tornò con "Ghost Dog" di Jim Jarmusch, ma invece lo attendeva già la platea dell'Oscar che si alzò tutta in piedi quando nel 2006 strinse in mano la statuetta di "zio Oscar" per "The Last King of Scotland".
    Anche davanti alla muraglia umana dei giornalisti del festival non perde misura, compostezza, attenzione per le sue idee. Di cinema rivela soltanto che in agosto comincerà l'avventuroso viaggio nella "Megalopolis" di Francis Ford Coppola, il set più misterioso di questo periodo con cui l'autore del "Padrino" punta a ritrovare la gloria svanita.
    "Francis è una grande personalità - dice senza fornire però nessun dettaglio sulla trama e sui tempi di lavorazione - e considero un privilegio che abbia pensato a me".
    A Cannes accompagna 'For the Sake of Peace', il film di Christophe Castagne e Thomas Sametin che ha prodotto in anni di lavoro in quel Sudan devastato dalla guerra civile a cui dedica molti degli sforzi della sua fondazione benefica in favore dei bambini. "Il Sudan del sud è la nazione più giovane di tutte - ricorda - ma vive la guerra fin dal 2011 e ormai sono più di 350.000 le vittime civili. In questi giorni altre parti del mondo vivono un orrore simile, ma proprio per questo non possiamo ignorare le guerre dimenticate".
   

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