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Emma Carelli, La prima donna, star e manager dell'Opera

Emma Carelli, La prima donna, star e manager dell'Opera

Film evento in sala per Festa della donna 8-9-10-11 marzo

ROMA, 24 febbraio 2020, 10:57

Elisabetta Stefanelli

ANSACheck

LA PRIMA DONNA - un film di Tony Saccucci, con Licia Maglietta - RIPRODUZIONE RISERVATA

LA PRIMA DONNA - un film di Tony Saccucci, con Licia Maglietta - RIPRODUZIONE RISERVATA
LA PRIMA DONNA - un film di Tony Saccucci, con Licia Maglietta - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Una donna forte e indipendente, troppo forte e indipendente per il suo tempo e forse anche per oggi dove le donne non riescono ad avere lo spazio che meritano nella leadership. Invece lei, Emma Carelli - La prima donna del film di Tony Saccucci, interpretata da Licia Maglietta - ci riuscì, toccò vertici inimmaginabili per una donna ma la sua vita finì tragicamente e fu dimenticata. Iniziò con una carriera d'artista e divenne una diva assoluta del teatro d'opera, osannata in tutto il mondo - dall'Europa al Sud America - nei primi del '900. Nata a Napoli il 12 maggio del 1877, è stata una delle prime donne manager italiane, insieme al marito Walter Mocchi, politico socialista. Gestì e divenne direttrice del Teatro Costanzi (l'odierno Teatro dell'Opera di Roma) per un lunghissimo periodo: dal 1912 fino al 1926. Al Teatro dell'Opera, durante la sua gestione, diversi capolavori videro il proprio debutto romano; tra queste Elektra di Richard Strauss (in cui cantò il ruolo del titolo), La fanciulla del West, Turandot e Il trittico di Giacomo Puccini; Parsifal di Richard Wagner; Francesca da Rimini di Riccardo Zandonai; Boris Godunov di Modest Petrovič Musorgskij; Samson et Dalila di Camille Saint-Saëns. Esclusa Elektra, la sua unica performance come cantante durante il periodo di gestione del teatro fu come protagonista della Iris di Mascagni. Aprì il teatro per la prima volta in Italia a Picasso, ai Balletti russi, ai Futuristi. Non piegava la testa davanti a nessuno, ne' ad Arturo Toscanini, ne' tantomeno a Benito Mussolini. Ed è col fascismo che inizia la sua discesa.
    Nel 1926 il Governo la estromette improvvisamente dalla direzione del suo teatro, perché - recita un resoconto redatto dalla polizia segreta fascista - "come donna ha sviluppato un carattere indipendente che le fa assumere atteggiamenti di superiorità verso chicchessia". Vede poi anche la fine del suo matrimonio con Mocchi, che alla sua morte avvenuta nel 1928 a causa di un'incidente d'auto, sposa Bidu Sayão, altra donna di grandissima personalità che diventerà star del Metropolitan.   Muore appunto nel 1928, l'anno che registra il maggior numero di donne suicide nella storia d'Italia.
    La sua storia torna alla luce con il film La prima donna - una produzione Istituto Luce-Cinecittà in collaborazione con Teatro dell'Opera di Roma, regia di Tony Saccucci che ne firma anche la sceneggiatura da un'idea di Carlo Fuortes - che esce ora nelle sale come film evento in occasione della Festa della donna 8,9 e 10 marzo.

   ''Il dramma di Emma è la storia delle donne. E oggi - spiega il regista Tony Saccucci nelle note di regia - il tema della parità di genere è la questione politica per eccellenza, tornata di prepotenza alla ribalta.
    Perché c'è un procedere della storia che appiana tutte le ingiustizie. È l'astuzia della Ragione, la forza della Destino.
    Dio è maschio, e femmina. Questo film risveglia un fantasma senza pace e senza giustizia, con Licia Maglietta a dargli corpo e voce di verità, per provare a capire dove va cercata una giusta pace''. Saccucci è alla sua opera seconda dopo Il pugile del duce, menzione speciale ai Nastri d'Argento come migliore opera prima, ovvero un film documentario che racconta la storia della vittoria mutilata di un campione di boxe italiano di origini africane, nell'Italia di Mussolini. La prima donna è la sua opera seconda e coglie ancora una volta nel segno riportando alla luce una vicenda inghiottita dalla storia.
   

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