Il nome di Emanuele Cavalli occupa un
posto particolare tra gli esponenti della Scuola Romana. La
definizione utilizzata dagli Anni Trenta per il gruppo di
pittori impegnati nella ricerca figurativa in antitesi con l'
arte ufficiale legata al Fascismo venne coniata nel 1933 dal
critico francese Waldemar George proprio per le opere della
mostra in una galleria di Parigi di cui Cavalli fu protagonista
insieme con Corrado Cagli, Giuseppe Capogrossi ed Ezio Sclavi.
L' artista nel dopoguerra finì nel cono d' ombra a causa della
fedeltà alla sua linea in un momento in cui la pittura italiana
si stava orientando verso l' astrattismo e l' informale. Su di
lui concentra l' attenzione il Museo d' Arte Moderna e
Contemporanea di Anticoli Corrado (Roma) presentando fino all' 8
dicembre una trentina di opere selezionate da Manuel Carrera. La
mostra "Emanuele Cavalli. tono e forma - realtà e magia", vuole
rendere giustizia, spiega il curatore, a un artista che "è stato
talvolta trascurato".
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