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Carceri, Antigone: 17 suicidi nei primi 5 mesi del 2020

Carceri, Antigone: 17 suicidi nei primi 5 mesi del 2020

Nel 2019 sono stati 53 in totale. Sono 119 i detenuti contagiati dal covid, 4 i morti

ROMA, 22 maggio 2020, 11:57

Redazione ANSA

ANSACheck

Una immagine d 'archivio di un carcere italiano - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una immagine d 'archivio di un carcere italiano - RIPRODUZIONE RISERVATA
Una immagine d 'archivio di un carcere italiano - RIPRODUZIONE RISERVATA

Nei primi cinque mesi dell'anno sono stati 17 i suicidi nelle carceri italiane. Lo scrive l'associazione Antigone nel rapporto sulle condizioni detentive in Italia. "Nel 2019 - aggiunge il report - sono stati 53 in totale i suicidi negli istituti penitenziari italiani a fronte di una presenza media di 60.610 detenuti ovvero un tasso di 8,7 su 10.000 detenuti mediamente presenti, a fronte di un tasso nel Paese di 0,65 suicidi su 10.000 abitanti". Negli istituti di pena, dunque, si muore per suicidio 13,5 volte di più che all'esterno.

Negli ultimi due mesi e mezzo, da quando cioè è scoppiata l'emergenza sanitaria coronavirus, "il numero di detenuti nelle carceri italiane è sceso del 13,9%", passando dai 61.230 ai 52.679 (-8,551), riportano i dati diffusi da Antigone, secondo i quali anche il tasso di sovraffollamento è sceso, questa volta del 18%, dall'inizio della crisi: dal 130,4% di fine febbraio si è passati al 112,2% del 15 maggio. "Da fine febbraio al 19 marzo le presenze in carcere sono calate di 95 persone in meno al giorno - spiega l'associazione -. Questa tendenza accelera con l'entrata in vigore del decreto 'Cura Italia', che prevede le prime misure deflattive: dal 19 marzo al 16 aprile la popolazione detenuta cala ulteriormente di 158 persone in meno al giorno. Dal 16 aprile in poi il clima cambia. Si pone il tema delle scarcerazioni di persone appartenenti alla criminalità organizzata e così le presenze in carcere calano di 77,3 presenti al giorno, meno della metà di prima".

Sono 119 i detenuti contagiati dal coronavirus nelle carceri italiane, mentre 162 invece gli operatori penitenziari. Le vittime sono 8 in totale: quattro detenuti, due medici e due agenti di polizia penitenziaria. Lo si evince dal report diffuso oggi. "Nella maggior parte degli istituti non si è verificato nemmeno un caso di contagio - spiega l'associazione - ma a Verona ad esempio si è parlato di 29 casi di covid-19, a Torino di 67, numeri altissimi se paragonati al resto del Paese. In Francia, una settimana prima, erano rispettivamente 118 e 292; in Spagna, il 12 maggio, erano 60 e 318. Negli Usa, al 15 maggio, erano 29.814 e 9.231, e 415 detenuti e 38 operatori erano morti".

I reclusi in alta sicurezza che sono stati scarcerati sono 494. Di questi 253 erano in attesa di giudizio, mentre "degli altri 245 solo 6 sono stati scarcerati grazie alle misure previste dal decreto 'Cura Italia' per decisione del magistrato di sorveglianza", si legge ancora nel rapporto. Per quanto riguarda i detenuti al 41-bis, 747 in tutto, a quattro di loro sono stati concessi i domiciliari per motivi di salute.

"Gli ergastolani in Italia sono più della media: il 4,4%, a fronte di una media del 3%", si legge nel nuovo rapporto di Antigone. "I dati - spiega l'associazione - mostrano come sia infondato lo stereotipo per cui in Italia chi va in carcere ne esce subito dopo. Il 27% ha una pena compresa tra i 5 e i 10 anni (il doppio della Francia, a fronte di una media europea del 20,5%), il 17% tra i 10 e i 20 anni (media europea del 12%) e il 6% più di 20 anni (media europea del 2,5%)". Un terzo dei detenuti, secondo il report, è in carcere per aver violato la legge sugli stupefacenti. "Con un'altra legge - sostiene Antigone - si risparmierebbe un miliardo di euro".   

 

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