La Polizia di Stato, coordinata
dalla Procura di Brescia, ha eseguito una misura cautelare nei
confronti dei genitori e il fratello maggiore di quattro ragazze
- due ancora minorenni - di origini pachistane, vittime di
maltrattamenti. La maggiore avrebbe ricevuto forti pressioni
dalla famiglia per tornare in patria e sposarsi secondo un
matrimonio combinato. Al rifiuto della figlia, il padre, in più
occasioni, avrebbe evocato la vicenda di Sana Cheema, la 25enne
uccisa proprio perché aveva rifiutato un matrimonio combinato.
A carico di tutti gli indagati, che sono accusati di
maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e induzione al
matrimonio è stata applicata la misura cautelare del divieto di
avvicinamento alle vittime e per i genitori anche quella della
sospensione della responsabilità genitoriale.
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