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Terremoto: Professioni, da ordinanze rischio blocco tecnici

Marche, bene intento sburocratizzare ma timori per operatività

(ANSA) - ANCONA, 18 NOV - "Le tre nuove ordinanze recentemente abbozzate dalla struttura commissariale, con l'intento condivisibile di sburocratizzare e velocizzare la ricostruzione, rischiano per converso di causare un sostanziale blocco dell'operatività dei tecnici, a tutto danno dei cittadini dei comuni colpiti dal sisma del 2016". A dirlo sono le Professioni Tecniche delle Marche che racchiudono, tra gli altri, ingegneri, architetti, geometri e geologi. "Quello che emerge dalla lettura delle ordinanze in bozza - scrivono - evidenzia alcune distorsioni nel rapporto tra i pesi che gravano in capo ai professionisti piuttosto che sulla struttura commissariale,. Nello specifico: "Con l'ordinanza dei poteri speciali si crea un 'centro di controllo assoluto' presso la struttura commissariale, esautorando gli Enti locali e le Regioni. Vale la pena di ricordare - aggiungono - che quando il governo precedente modificò la norma, prevedendo che l'allora commissario Farabollini godesse di maggiore autonomia decisionale rispetto ai vice commissari, le Regioni insorsero e riuscirono a far modificare la norma". "Passò allora - sottolineano - il principio che non si poteva accentrare il potere al commissario e fu reintrodotto l'obbligo di approvazione delle ordinanze da parte dei vice commissari che sono i presidenti di Regione". "Oggi si sconfessa tale precedente - continuano -, evidentemente considerato scomodo nella situazione politica attuale, tentando di concentrare il potere unicamente sulla struttura commissariale". "Le tre ordinanze - lamentano ancora i professionisti - nascono in seno alla struttura commissariale, cosa che rende la loro stesura viziata da un contesto puramente teorico in quanto tali soggetti non possono conoscere appieno l'effettiva applicazione pratica sul territorio". "Per l'ordinanza sulla ricostruzione privata si evidenzia un tentativo di modificare una norma primaria - spiegano - concedendo, entro il termine del 30 novembre 2020, la possibilità per i proprietari di immobili di eseguire i lavori inerenti il proprio stabile, limitatamente ai danni lievi, anticipando spese e senza attendere il rilascio di titoli ed assensi da parte della pubblica amministrazione. Tali adempimenti - aggiungono - sarebbero rimandati a una successiva presentazione, stabilita in non più di 60 giorni dall'avvio dei lavori. Appare evidente - evidenziano - come questa forzatura sia finalizzata solo a dimostrare una fervente attività, a tutto vantaggio della struttura commissariale che così potrà documentare l'avvenuta presentazione molti progetti in tempi brevi". "Infine - elencano ancora - sul tema dell'applicazione dei bonus fiscali alla ricostruzione, occorre far notare che, in materia di sgravi fiscali, la legge 13 ottobre 2020, n. 126 prevede che i limiti delle spese ammesse alla fruizione degli incentivi fiscali eco bonus e sisma bonus, sostenute entro il 31 dicembre 2020, sono aumentati del 50% per gli interventi di ricostruzione riguardanti i fabbricati danneggiati dal sisma. In tal caso - rilevano le Professioni Tecniche - gli incentivi sono alternativi al contributo per la ricostruzione e sono fruibili per tutte le spese necessarie al ripristino dei fabbricati danneggiati, comprese le case diverse dalla prima abitazione, con esclusione degli immobili destinati alle attività produttive". "Questa facoltà, chiaramente descritta, - ribadiscono i professionisti - è di fatto inapplicabile per i cittadini perché ad oggi non sono state redatte né circolari né regolamenti attuativi. La scadenza del 31 dicembre 2020 rende non attuabile l'intervento con il beneficio della maggiorazione". (ANSA).
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