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Strana coppia letteraria, boss-attrice

Strana coppia letteraria, boss-attrice

Epistolario dal "mondo dei nessuno" tra Efrikian e Mandalà

PALERMO, 29 novembre 2019, 16:37

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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   (di Ruggero Farkas)

   La strana coppia letteraria si è conosciuta casualmente mentre le Iene di Mediaset cercavano di toccare il nervo scoperto del boss mafioso diventato scrittore nella libreria Macaione dove lui presentava il suo romanzo. Lei attrice, presentatrice, scrittrice, operatrice nel sociale in Africa, è rimasta colpita da quell'uomo finito su tutti i giornali e le tv perchè arrestato, processato e condannato a 7 anni e 4 mesi (scontati) quale capomafia di Villabate, padre di un figlio all'ergastolo che portava in giro Bernardo Provenzano ma anche ideatore di un blog su cui scrive pezzi colti che spaziano dalla letteratura alla giurisdizione. Era il 2015 quando Nino Mandalà incontra Laura Efrikian. Un incontro fugace che viene però ripetuto dopo che la ex moglie di Gianni Morandi legge "La vita di un uomo": "Mi è piaciuto" dice a Mandalà. Poi cominciano le lettere, in versione moderna via mail, uno scambio di pensieri, idee, passaggi quotidiani della vita passata e presente. I ricordi dell'artista, la figlia Serena morta dopo poche ore, la sua quotidianità, e quelli dell'ex detenuto, gli incubi, la difficoltà di uscire dal proprio passato. Un filo conduttore lega questi scambi epistolari, l'amore per la vita. Nasce così "Lettere a Laura dal mondo dei nessuno" (Spazio cultura edizioni 22 pag. 15 euro) che sarà presentato lunedì prossimo alle 17.30 nella libreria Macaione, in via Marchese di Villabianca a Palermo. "Evidentemente le epistole sono nel mio destino - scrive Efrikian - e se per me scrivere è un piacevole diversivo per Nino è una confessione sofferta... L'epistolario è tutto qui, una iniezione di fiducia per chi vuole mandare una missiva e non osa. Che cosa c'è di più vitale del bisogno di due ottuagenari di scambiarsi delle idee, dei sentimenti, dei trascorsi. Noi abbiamo trovato in questa pratica letteraria non solo una seconda giovinezza ma una scandalosa voglia di vivere". "Ho vivo il ricordo di quando sbarcata a Roma ho dovuto fare i conti con il disincanto capitolino capace di dissacrare tutto. 'Ma dove voi annà co sto cognome gotico' mi sentivo dire 'lo devi cambià'. Mi venne in soccorso De Sica che mi suggerì di sostituire la PH con La F e col cognome Efrikian giunsero i musicarelli, i figli e, ahimè, la depressione", scrive Laura. "Perchè cara Laura io ho sicuramente tante colpe da farmi perdonare ma sicuramente non quella di essere mafioso - scrive Nino - ritenendo la mia condanna per mafia una categoria che attiene più a una verità processuale che non alla verità reale di fronte alla quale la mia coscienza non ha alcun debito. Certo c'è una sentenza dello Stato contro di me che però ho il diritto di non condividere sebbene l'abbia accettata e scontata". "Caro Nino - risponde Laura - forse non le appare chiaro che a me non importa un fico secco se lei è colpevole o innocente né di quello che è stato. Certo se lei fosse innocente tanto meglio, ma non è questo che mi ha avvicinato a lei. A lei mi ha avvicinato l'uomo che ho conosciuto e di cui, qualunque sia stato il suo vissuto mi sono fidata".
   

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