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Fa pezze per pulizia armi, sfonda mercati

Perricone crea marchio 'Paul Clean', vende da Singapore agli Usa

Redazione ANSA MENFI (AGRIGENTO)

   (di Massimo D'Antoni) 

    Non tutti quelli che hanno un'idea imprenditoriale innovativa emigrano dalla Sicilia per andare a svilupparla altrove. C'è anche chi, dopo aver studiato e viaggiato, fa il percorso inverso: sceglie cioè di tornare nel paese natio per governare da lì, e con successo, una start up che sta dando risultati inattesi: ultimo fatturato è di 100 mila euro. È il caso di Ignazio Perricone, 36 anni, imprenditore di Menfi (AG), una laurea in marketing e comunicazione che dal 2012, da solo, a capo della sua azienda che si chiama "Paul Clean", sta gestendo quello che è ormai diventato un business internazionale, basato sulla produzione e vendita di pezzuole speciali per la pulizia della canna delle armi da fuoco di tutti i calibri, soprattutto quelle in uso nel mondo sportivo: dal tiro a segno (carabina olimpica) alle armi ad altissima precisione del Bench rest, una nuova disciplina che fa il paio con il "tiro tattico con bersagli mobili", pratica quest'ultima oggi diffusissima negli Stati Uniti. Pezzuole utilizzate anche per le pistole per il tiro rapido con arma corta, le carabine per il tiro a lunga distanza e tutte le altre specialità sportive che richiedano l'uso di un'arma da fuoco. Un settore che in Italia annovera un numero sempre crescente di praticanti, si stima che ad oggi siano almeno ventimila. Per la produzione della pezzuola e dell'accluso puntale (l'attrezzo necessario a infilarla nella canna) Perricone si affida a due stabilimenti industriali in provincia di Varese. Conta a breve, però, di aprirne uno a Menfi. "Dopo alcuni anni vissuti a Edimburgo, dove ho abitato per imparare l'inglese - dice - ho lavorato a Milano, nell'azienda dove è stato brevettato questo prodotto. Ad un certo punto il titolare ha deciso di cedere questo processo di produzione. Ho pensato che fosse l'occasione giusta per tornare a casa, odiavo stare fuori. E ora eccomi qui". È iniziata così l'avventura di Ignazio. E i risultati non hanno tardato ad arrivare. L'eco del tam tam tra i primi fruitori della pezzuola è arrivata perfino oltreoceano. E oggi l'azienda di Perricone distribuisce il suo prodotto in almeno venticinque paesi del mondo: dall'Australia a Singapore, dagli Stati Uniti al Giappone, dalla Corea del Sud al Sudafrica.
    Pezzuole diffusissime anche in Europa e in Russia. "L'aspetto innovativo - spiega Perricone - è che a differenza delle altre pezzuole in commercio la mia non è né di cotone né di flanella.
    Noi usiamo il TNT (tessuto non tessuto)". Pezzuola dalla forma universale. La stessa misura, infatti, riesce ad essere adatta a tutti i calibri possibili, dal 22 al 50. Inoltre, le pezzuole sono attaccate ad un rotolo che le rende estremamente comode nell'utilizzo. Ma, chiaramente, per potere essere usata la pezzuola ha bisogno di un puntale. Ma anche qui l'imprenditore di Menfi non si è affidato a ciò che si conosceva ma, al contrario, ha mirato su un materiale innovativo: l'alluminio aeronautico. "La combinazione puntale-pezzuola - spiega l'imprenditore - garantisce una pulizia totale della rigatura della canna. Produciamo anche bacchette in carbonio per la pulizia della canna. La sua pezzuola è sempre più conosciuta, grazie alla presenza del suo marchio alla IWA di Norimberga e allo Shot Show di Las Vegas, appuntamenti internazionali dedicati alle esigenze del mondo della caccia e del tiro a segno. Perricone è orgoglioso di poter dimostrare che non è vero, come si dice da queste parti, che "cu nesci arrinesci" (chi emigra ha successo). "Non sono d'accordo - afferma - come dimostra lo stesso fatto che oggi ad usare le mie pezzuole è anche Niccolò Campriani, 3 ori e un argento nella carabina olimpica tra Londra 2012 e Rio de Janeiro 2016".
   

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