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Cancro al fegato, presentato progetto assistenza sanitaria

Una rete per curare al meglio i pazienti

(ANSA) - PALERMO, 29 GIU - Presentato, ieri a Palermo, un progetto di rete assistenziale per i pazienti affetti da epatocarcinoma in Sicilia proposto dai ricercatori del gruppo della gastroenterologia dell'Università di Palermo e dell'azienda Policlinico di Palermo tra cui i professori Antonio Craxì, Calogero Cammà e Vito Di Marco. L'epatocarcinoma (HCC) è uno dei tumori più aggressivi e una delle prime cause di morti oncologiche nel mondo. In Italia, nel 2020 i nuovi casi stimati di tumori epatici sono stati 13.000 e l'epatocarcinoma rappresenta il 75-85% del totale. L'epatocarcinoma si sviluppa prevalentemente in persone che soffrono di cirrosi a causa di epatite cronica (B o C) o di abuso di alcool, sindromi dismetaboliche, e tipicamente si manifesta in stadi ormai avanzati. La presa in carico del paziente con epatocarcinoma, infatti, deve essere guidata da un team multidisciplinare, composto da epatologi, chirurghi, oncologi e radiologi interventisti e altri specialisti. Il progetto ha come obiettivo di offrire un adeguato livello delle cure che sia aderente alla richiesta di salute della popolazione e alle correnti conoscenze professionali e permettere al Sistema Sanitario Regionale di misurare la qualità degli esiti di salute e fare un'analisi di costo-efficacia del programma sanitario pianificato. La rete inoltre si pone l'obiettivo di consentire a tutti i cittadini siciliani di poter essere presi in carico dagli ospedali più vicini a loro, senza dover compiere lunghi tragitti per recarsi in grandi centri o addirittura fuori regione. "La rete regionale per la gestione condivisa dei tumori primitivi del fegato è costituita da 5 centri Hub - ha detto il Professor Vito Di Marco - che al loro interno hanno 18 Unità multidisciplinari in grado di offrire tutte le opzioni terapeutiche (dalle terapie locoregionali e chirurgiche, alle terapie oncologiche, fino al trapianto di fegato) ai pazienti con tumori primitivi del fegato e 44 centri Spoke che sono in grado di avviare un iter diagnostico adeguato e possono gestire il follow-up oncologico e clinico dei pazienti che sono stati già sottoposti a terapia nei centri Hub". (ANSA).
   

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