V.SCOTTI, R.BENINI, S.STICCA,
G.TARTAGLIA POLCINI, DA CORLEONE ALLA RETE SILENTE (Eurilink
University Press, pp.116, 20 euro). Dal sangue ai 'colletti
bianchi', dagli attentati eclatanti ai crimini silenti: a 30
anni dalla stagione delle stragi, il cambiamento di pelle della
mafia, di cui aveva parlato anche Giovanni Falcone in una delle
sue ultime riflessioni, ha ormai avuto il suo compimento, in
Italia così come all'estero. E' questo il tema approfondito dal
libro "Da Corleone alla rete silente", edito da Eurilink
University Press e scritto da Vincenzo Scotti, all'epoca delle
stragi Ministro dell'Interno, con Giovanni Tartaglia Polcini,
Silvia Sticca e Romano Benini. Il volume, a pochi mesi dalle
sentenze del processo d'appello sulla trattativa, torna con le
parole di Scotti su quanto successo nel passato, in particolare
sulla guerra frontale alla mafia e su come una parte politica
all'epoca avversasse questa strategia in favore di una sorta di
"pax mafiosa", anche per evitare stragi e violenze alla
popolazione civile. L'obiettivo è quello di decifrare un
presente in cui il fenomeno mafioso ha appunto cambiato modalità
diventando silente, ma non per questo meno capace di minacciare
istituzioni e democrazia: dimostrando una notevole capacità di
adattamento, la mafia oggi ha strette relazioni con il potere
pubblico, con il mondo degli affari, degli appalti e della
finanza. Per questo motivo è quanto mai necessario, secondo gli
autori, che l'Italia affronti in maniera decisiva la
rivisitazione delle norme di contrasto a questo nuovo crimine
organizzato sotterraneo e mercatista, che si fa forte del potere
economico corruttivo stabilmente infiltrato.
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