Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Mafia: mise veto a cerimonie stragi, 20 anni a boss Palermo

Mafia: mise veto a cerimonie stragi, 20 anni a boss Palermo

Processo a clan Brancaccio, solo un assolto

PALERMO, 05 dicembre 2022, 16:36

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

Non sapendo di essere intercettato intimava a un'amica di non far partecipare la figlia alle commemorazioni delle stragi in cui morirono i giudici Falcone e Borsellino. Oggi il gup di Palermo ha condannato il boss Maurizio di Fede a 20 anni di carcere per associazione mafiosa ed estorsione. Condannati a pene comprese tra 5 anni e 4 mesi e 20 anni anche 11 coimputati: colonnelli, gregari ed ed estortori del pizzo del mandamento di Brancaccio-Ciaculli. Solo uno è stato assolto: Giuseppe Giuliano.
    Il processo nasce da una indagine dei carabinieri che, nel 2021 portò in cella 16 persone. L'inchiesta confermò la pervasività dei clan nel tessuto economico e sociale con commercianti e imprenditori pronti a chiedere al capomafia locale l'autorizzazione per aprire le attività e a pregare l'esattore del pizzo a non scrivere il proprio nome nel libro mastro delle estorsioni per evitare di dover rendere conto agli inquirenti qualora il registro delle riscossione fosse trovato.
    Furono oltre 50 le estorsioni scoperte dagli investigatori. Le vittime non sporsero denuncia e ora rischiano il rinvio a giudizio per favoreggiamento aggravato. Supermercati, autodemolitori, macellerie, bar, discoteche, farmacie, panifici, imprese di costruzione, rivendite di auto: nel mandamento di Brancaccio Ciaculli pagavano tutti. Tra i fermati poi processati anche Giuseppe Greco, nipote di Michele Greco detto "il papa", condannato a 16 anni. Greco vantava importanti reazioni con la mafia americana. Secondo gli inquirenti poi, controllava capillarmente il territorio intervenendo anche nella compravendita di terreni e immobili e gestendo il mercato della droga.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza