Il Gambero Rosso ha selezionato
Moltivolti, tra i migliori progetti di enogastronomia solidale
del 2022, sottolineando quanto sia un luogo d'incontro, un
ristorante, un co-working, ma soprattutto un progetto di
inclusione sociale che ha il suo quartiere generale nel cuore di
Ballarò, il mercato più multietnico di Palermo. A conquistare
l'importante rivista gastronomica probabilmente è stata anche la
bontà dei piatti simbolo del ristorante come il Mafè Senegalese,
il goloso spezzatino di carne, verdure e voluttuoso burro di
arachidi, o la Doppiaza Afghana, il corroborante stufato di
vitello con riso e cipolla caramellata. O forse il signature
dish del ristorante: il cous cous di pesce, piatto simbolo di
integrazione per antonomasia, proposto nella sua versione
trapanese. "Moltivolti è un'attitudine all'accoglienza fuori e
dentro il piatto, un modo gioioso di vivere le differenze a
tavola come tra le persone - racconta Antonio Campo, chef di
Moltivolti, che dopo importanti esperienze in Italia e
all'estero ha deciso di ritornare nella sua Sicilia - Qui la
mediazione culturale viene sempre un passo prima della cucina, è
un lavoro spesso complesso ma di grande condivisione con la
brigata. Questo è un luogo dove la solidarietà si traduce in
progetti e opportunità di integrazione, lavoro e cooperazione
concreti, con uno staff formato da oltre trenta persone
provenienti da dieci paesi differenti. Qui ognuno ha una sua
storia, un suo bagaglio di vita, e con i suoi sapori
contribuisce alla creazione di piatti che abbracciano la cucina
siciliana e le ricette provenienti da diversi paesi del
Mediterraneo: dal Senegal alla Tunisia, dall'Afghanistan alla
Palestina, ma non mi piace parlare di cucina etnica, preferisco
definire la nostra cucina come internazionale".
Anche i piccoli produttori sono protagonisti sulla tavola di
Moltivolti, chiamati a pieno titolo con i loro ingredienti a far
parte di un gioco di squadra. La materia prima è frutto di uno
scambio continuo con l'adiacente mercato di Ballarò. Moltivolti
integra tra i suoi lavoratori e dipendenti richiedenti asilo e
rifugiati politici e coinvolge in percorsi di avvio al lavoro
soggetti in giustizia ripartiva dell'area penale.
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