Sono stati consegnati stamane alla
ditta aggiudicataria dell'appalto i lavori di recupero e
adeguamento per trasformare l'ex Manifattura tabacchi di Catania
nel Museo interdisciplinare voluto dalla Regione Siciliana per
"restituire un altro pezzo di storia e d'identità ai cittadini,
realizzando un importante punto di riferimento culturale".
"Oggi - ha detto il governatore Nello Musumeci a margine della
cerimonia - si avvia alla conclusione un antico sogno che io
accarezzavo già quando ero presidente di questa Provincia: dare
al capoluogo etneo un Museo archeologico degno di questo nome.
Oltre a riqualificare uno storico edificio ottocentesco,
vogliamo che diventi un cuore pulsante di cultura, capace di
raccontare l'anima di quei luoghi, ma anche di contenere spazi
pubblici di aggregazione che, se non fossero riqualificati e
rivissuti, potrebbero inesorabilmente andare perduti".
La struttura di via Garibaldi a Catania - che fu prima una
caserma della cavalleria borbonica e, successivamente, una
grande fabbrica di sigari con oltre mille dipendenti - sarà
recuperata attraverso la Soprintendenza di Catania e destinata
all'esposizione del proprio patrimonio archeologico, a
cominciare dagli antichi macchinari che risalgono alla fine del
1800 e che saranno restaurati. Attualmente l'immobile si
articola in tre piani, più una piccola parte a livello dei
terrazzi in cui si aggiunge una quarta elevazione. La superficie
complessiva è di oltre 7.200 metri quadrati. Il progetto
prevede, tra l'altro, la realizzazione di una zona di
accoglienza con biglietteria, bookshop e servizi, depositi e
laboratori, sale espositive per mostre temporanee, conferenze e
convegni e aree diversificate destinate a collezioni che
spaziano dai reperti archeologici all'arte contemporanea.
"Riqualificare l'ex Manifattura - ha sottolineato l'assessore ai
Beni culturali Alberto Samonà - significa, anche, rimodulare un
rapporto nuovo con i quartieri storici di Catania, come il
Fortino, San Cristoforo, Angeli Custodi, luoghi, cioè, in
degrado e a rischio, da recuperare come patrimoni di cultura e
fulcro di un'identità".
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