"Da questa finanziaria ho imparato
tante cose, innanzitutto ho capito che la pubblica
amministrazione in Sicilia, ma non solo, non è preparata, non è
smart e che urge un cambio generazionale. Nei Palazzi si ragiona
in modo analogico, il mondo invece è digitale, la Sicilia è
indietro. E' tempo di cambiare, semplificare la burocrazia non
serve. Bisogna violentare lo Stato". Smaltite le tossine della
manovra finanziaria, Gianfranco Miccichè pensa già al domani. E
lo fa consegnando all'ANSA alcune riflessioni e qualche amarezza
dopo la maratona in aula.
"Sa cosa ho fatto appena sveglio? Ho aperto il sito dell'Ars:
ho constatato che non c'era neppure una riga d'informazione
sulla finanziaria. Qualche anno fa mi sarei chiesto se fossero
state già pronte le carte per firmare la legge: ecco, questo è
il punto". E invece? "Ci sono dei riti senza più senso, questa
manovra è fatta da oltre mille pagine, mi toccherà firmarle una
per una e in quattro copie: non è più tempo, così non stiamo
dietro al cambiamento".
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