(ANSA) - CAGLIARI, 29 DIC - Un agnello su due consumato nelle
tavole degli italiani per Natale è Igp di Sardegna. E' quando
emerge da una indagine condotta dal Contas (Consorzio di tutela
dell'Agnello di Sardegna Igp). Dei circa 600mila agnelli
macellati in Italia nelle ultime due settimane di dicembre, la
metà, 300mila sono marchiati Igp di Sardegna. "Un dato - dice il
Consorzio - che certifica come l'agnello sardo Igp è il principe
e simbolo del menù natalizio, e che grazie anche ai controlli
capillari, alla promozione e alle innovazioni di mercato attuate
dal Contas negli ultimi anni si è riusciti ad attutire i
contraccolpi della gravissima emergenza Covid. In netto aumento
i dati sulle vendite che arrivano dai mercati tradizionali come
la Sardegna e il Lazio ma positivo è anche il trend di regioni
come Lombardia e Piemonte che iniziano ad apprezzare sempre di
più il consumo dell'agnello da latte - prosegue il Consorzio -
Buoni e i dati sulle esportazioni in Spagna che si conferma
principale mercato dell'agnello sardo Igp, con il 25% di quelli
macellati a dicembre che hanno raggiunto il mercato Iberico".
Il prezzo di acquisto nelle campagne nelle ultime due settimane
(dove si macella il 70% degli agnelli di dicembre) si è
gradualmente livellato a quello del 2019: le migliori quotazioni
si registrano nel centro e nord Sardegna (3,90-4,25 euro/kg sul
vivo), mentre si evidenzia una flessione nel sud dell'Isola
(-15%) dove le contrattazioni soffrono sia l'assenza dei gruppi
di vendita organizzati dagli allevatori o dalle cooperative sia
una più diffusa presenza di commercianti mediatori.
"Nonostante la gravissima crisi economica con un drastico calo
dei consumi dovuti all'emergenza Covid - rileva il presidente
del Contas Battista Cualbu - il mercato dell'agnello a dicembre,
relativamente a questa situazione, ha tenuto (momento più
importante in cui si macellano il 40% degli agnelli
dell'annata), a dimostrazione che gli italiani in questo anno
anomalo hanno comunque, nel limite del possibile, rispettato la
tradizione".
"In questa annata anomala ed incerta solo dopo la stesura del
Dpcm e l'apertura alle movimentazioni all'interno della Regione
di appartenenza - spiega il direttore del Contas Alessandro
Mazzette - si è verificato uno sblocco degli ordini da parte dei
grossisti, con un immediato impatto sui listini. Tuttavia, i
prezzi rilevati all'ingrosso e al dettaglio si sono adeguati
alle attuali condizioni economiche delle famiglie Italiane
causate dalla lunga emergenza sanitaria, con una flessione media
del -15% rispetto allo stesso periodo del 2019". (ANSA).