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A Lanusei équipe speciale per migliorare terapie endovenose

A Lanusei équipe speciale per migliorare terapie endovenose

Pazienti da tutta la Sardegma per "Infusion team"

LANUSEI, 28 marzo 2023, 13:58

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Si chiama "Infusion team" ed è un'équipe di medici e infermieri del reparto di Anestesia e Rianimazione dell'ospedale di Lanusei che impianta speciali cateteri per migliorare le terapie endovenose soprattutto nelle cure chemioterapiche. Una piccola eccellenza del presidio ogliastrino e uno dei pochi team in Sardegna che effettua questo tipo di procedure e che serve anche altri centri dell'Isola.

"Abbiamo pazienti che arrivano da diversi territori sardi - conferma Francesco Loddo, direttore della struttura complessa di Anestesia e Rianimazione - soprattutto da zone limitrofe all'Ogliastra, come ad esempio il Nuorese, il Sarrabus, il Goceano e anche la Planargia. Il numero delle procedure che abbiamo effettuato negli ultimi tre anni è andato progressivamente in crescendo: dal 2020 al 2022 abbiamo eseguito oltre 200 impianti, mentre quest'anno siamo già a quota 40. Se il trend continua ad essere questo, chiuderemo il 2023 con oltre 120 procedure".

L'équipe è specializzata nell'impianto del Port-a-cath e del Picc: il primo è un dispositivo composto da un catetere e da un reservoir, una piccola camera di circa 3 centimetri di diametro. Il Port viene posizionato nel sottocute nel torace e richiede un piccolo intervento chirurgico. Il Picc, invece, è un catetere che viene inserito nel sistema venoso centrale. Attraverso una puntura viene introdotto in una vena profonda del braccio e viene fatto avanzare finché la punta non si trova in una vena in prossimità del cuore.

"Port-a-cath e Picc - spiega il dottor Loddo - consentono un collegamento sicuro, rapido, stabile e duraturo al sistema venoso, senza necessità di ricerca, ad ogni seduta chemioterapica, delle vene periferiche del braccio, incrementando così il comfort del paziente. Grazie a questi dispositivi si diminuisce fortemente la possibilità di danni alle vene, vista anche la potenziale lesività dei farmaci chemioterapici". 

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