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Portovesme srl: accordo bilaterale per evitare stop e cig

Portovesme srl: accordo bilaterale per evitare stop e cig

Azienda conferma fermata linea piombo,"Energy Realese non basta"

CAGLIARI, 06 ottobre 2022, 19:09

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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La Portovesme srl conferma il percorso tracciato per la fermata della linea produttiva del piombo da novembre a marzo nella fonderia di San Gavino e dell'impianto Kss diel Sulcis, a causa del caro energia. In altre parole il decreto sull'Energy Release, che avrebbe dovuto dare una boccata d'ossigeno alle aziende energivore, in particolare quelle sarde i siciliane, non risponderebbe alle esigenze della fabbrica controllata dal gruppo Glencore. Tra le ipotesi per scongiurare lo stop e non mandare circa 200 operai in cassa integrazione ci sarebbe quella di un accordo bilaterale sul prezzo dell'energia o, addirittura, usare quello già stretto da Sider Alloys, sempre nel Sulcis, e che, in attesa dell'utilizzo da parte della multinazionale dell'alluminio, potrebbe essere "anticipato" alla Portovesme srl. E' quanto emerso durante l'incontro al Mise tra azienda, sindacati e interlocutori istituzionali, tra i quali la vice ministra Alessandra Todde.
    Nel caso di un accordo l'azienda potrebbe essere disponibile a riavviare tutta la linea del piombo e nel frattempo iniziare il revamping degli impianti verso le nuove produzioni. Secondo quanto appreso, infatti, la Portovesme srl ha confermato lo studio avviato verso le materie prime - nichel e litio - per le batterie del futuro.
    Le organizzazioni sindacali hanno respinto il ricorso alla Cig e per domani alle 8 ai cancelli della fabbrica a Portovesme (Portoscuso) hanno convocato un'assemblea dei lavoratori dala quale potrebbe scaturire la proclamazione dello sciopero tra lunedì e martedì con una marcia su Cagliari.
    "La riunione di oggi potrebbe essere l'avvio di un percorso - dice Emanuele Madeddu della Filctem Cgil - il tema centrale è quello dell'energia e serve un impegno della Regione e del nuovo governo per trovare soluzioni anche mutuando alcune risposte già note sul territorio. Ora bisogna pensare ad un percorso che possa garantire l'occupazione e la transizione tra le produzioni".
   

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