(di Stefano Ambu)
Dai resti della città fondata dai
Fenici, poi punica e romana, spunta ora il quartiere
artigianale: è la nuova scoperta della campagna di scavi a
Tharros, nel comune di Cabras. Nelle fornaci venute alla luce
nella zona dell'istmo di Sa Cordiola dal lavoro e gli studi di
un'equipe dell'Università di Bologna, diretta dalla dottoressa
Anna Chiara Fariselli, probabilmente venivano prodotte le anfore
che venivano esportate in tutto il Mediterraneo.
Una scoperta fondamentale non solo per il sito archeologico
sardo: la topografia del rione "industriale" apre nuove
prospettive per una ricerca integrale dei settori produttivi di
tutte le altre città puniche.
Fariselli, nuova ordinaria di archeologia fenicia e punica
dell'Alma Mater Studiorum, è una veterana della ricerca a
Tharros, prima come membro della Missione archeologica Tharrense
di Enrico Acquaro, poi in autonomia. Il gruppo di Bologna e di
Cagliari - con Carla Del Vais - ha lungamente scavato nella
necropoli meridionale fenicia e cartaginese di Tharros.
Successivamente Fariselli ha sviluppato un importante programma
di ricerca nell'istmo di Sa Cordiola che introduce all'area
funeraria. La programmazione della strategia della ricerca è
legata alle indagini geofisiche con georadar e magnetometro che
hanno rilevato una situazione compatibile con la presenza di
fornaci.
A Tharros era già nota (ricerche della Soprintendenza
archeologica nel 1981) un'area produttiva con fornaci nella zona
a ridosso della necropoli settentrionale. Una seconda area
artigianale è stata ipotizzata da uno studio di Enrico Acquaro
sul colle di Murru Mannu. Ora, su concessione ministeriale e con
la supervisione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e
Paesaggio di Cagliari, ecco il nuovo ritrovamento: l'area
artigianale della città, l'unica. "Si tratta di una scoperta
molto importante - sottolinea l'archeologa - sono pochissimi i
casi analoghi nel Mediterraneo centrale, in Sicilia e a
Cartagine. Ci troviamo davanti ad un contesto che con questa
leggibilità sul terreno, finora, non abbiamo mai rinvenuto. Ci
siamo sempre trovati di fronte a contesti rimaneggiati,
all'interno dell'area archeologica e nella necropoli, per
ragioni diverse. Questa zona, invece, è una zona sigillata,
nella quale si vedono delle modifiche strutturali che sono però
antiche, legate al miglioramento delle funzionalità delle
strutture di fornace".
Ma non è finita qui. "Tharros è un sito che si estende su
un'area molto vasta, che riserverà per lungo tempo nuove
sorprese - annuncia il presidente della Fondazione Mont'e Prama
Anthony Muroni- stiamo programmando importanti interventi per
garantire la messa in sicurezza e il rinnovo della fruibilità
del percorso attorno agli scavi".
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