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Commessi a rischio, Sos sindacati a Prefettura

Nel mirino aziende ma anche comportamenti sbagliati dei clienti

I commessi ogni giorno sul fronte nei negozi e nei supermarket: sono dodicimila in Sardegna e spesso (cassieri in primis) la loro salute è a rischio per colpa delle aziende (sempre di meno) che non rispettano le normative sul coronavirus e dei clienti. È la sintesi della lettera inviata da Cgil, Cisl e Uil ai quattro prefetti dell'isola.
    Le violazioni delle aziende sono sempre di meno. Ma qualcuno insiste. Per questo i sindacati hanno chiesto sabato scorso, per una sola impresa, l’intervento della Prefettura di Cagliari e del Comando Provinciale dei Carabinieri. Mentre si sta valutando di dover ripetere l’sos alle forze dell’ordine per altera aziende che si ostinano a non “proteggere” i dipendenti.
    La lettera ai prefetti è anche uno spaccato dei comportamenti della clientela: molti pretendono di poter entrare nei negozi con l’intera famiglia, minori e anziani al seguito. E spesso ci sono reazioni violente quando l’accesso non è libero o quando viene richiesto di rispettare la distanza interpersonale di un metro. Molti non rispettano alcuna profilassi sanitaria, niente mascherina o foulard. E altri utilizzano la scusa della spesa per uscire di casa: due tre tappe al giorno a volte per comprare solo la bibita in offerta da 50 centesimi. In più si attardano nelle operazioni di spesa o davanti al cassiere. In generale i sindacati registrano la carenza o l’assenza dei dispositivi di protezione individuale, come le mascherine monouso, consegnate solo una per dipendente.   

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