E' un mini-ospedale mobile che può
comporsi di più moduli, realizzato in materiali ecosostenibili,
riconfigurabili, collegati tra loro secondo le necessità. Si
chiama SOS (Smart Operating Shelter) il progetto, cofinanziato
dalla Regione Puglia (bando Innonetwork da 1,5 milioni di euro),
al quale hanno partecipato otto partner pubblici e privati.
Il prototipo, realizzato a Trepuzzi, può rappresentare la
soluzione di pronto intervento in aree geografiche e in
situazioni di necessità o emergenze sanitarie, come quella in
corso, eventi straordinari, terremoti, flussi migratori. Le
attività di ricerca hanno riguardato, in particolare, la
progettazione di una unità operatoria mobile modulare ed
ecosostenibile, che risponde alla necessità di offrire un
presidio fruibile in breve tempo. Il presidio, se installato
nelle prossimità di ospedali, può anche garantire continuità di
funzionamento nelle situazioni di momentanea inagibilità degli
stessi, oppure in condizioni impreviste di particolare carico di
richiesta di servizi alla popolazione, come l'attuale situazione
pandemica. Le soluzioni progettate dal gruppo di lavoro di
Bioingegneria del Politecnico di Bari hanno riguardato in
particolare lo studio di tecniche di diagnostica intelligente
per offrire servizi innovativi anche per la gestione delle
necessità nel mutato contesto della pandemia. Tra queste
l'elaborazione di immagini mediche, la diagnostica medica
operatoria e la ingegneria clinica funzionale alla struttura.
Il progetto di durata triennale e concluso a marzo 2021, ha
coinvolto R.I. Group Spa di Trepuzzi, Politecnico di Bari, Enea
Cr Brindisi, consorzio Cetma di Brindisi, Protom Group spa (Bari
e Napoli), Ena Consulting srl di Bari, Me.Spo s.n.c. di
Castellana Grotte e Kinema srl di Modugno.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA