"Pretendiamo che lei si adoperi
con ogni mezzo e a qualsiasi costo per garantire la salute di
cittadini e lavoratori minata dalla produzione a caldo di
acciaio". Lo scrivono i portavoce di una ventina di associazioni
e comitati, tra cui Genitori Tarantini, Peacelink e Isde-Medici
per l'Ambiente, in una lettera aperta al ministro della Salute
Roberto Speranza. Nella missiva i cittadini spiegano al ministro
che "la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha condannato lo
Stato italiano per non aver tutelato la salute dei tarantini" e
il "prossimo 23 gennaio è prevista la prima tappa di un nuovo
procedimento contro lo Stato: la Corte - evidenziano comitati e
associazioni - vaglierà la possibilità di un accordo tra le
parti", ma "le anticipiamo che per i tarantini nessun accordo
sarà possibile se non si parte dalla chiusura dell'area a
caldo".
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