Con l'illustrazione dei contenuti del
disegno di legge è partito stamani, in Commissione Giustizia al
Senato, il percorso del provvedimento sull'equo compenso per le
prestazioni dei liberi professionisti: ad esporne i contenuti la
relatrice Erika Stefani (Lega) che, in merito all'avanzamento
dei lavori, ricorda che a deciderlo domani sarà l'ufficio di
presidenza della II Commissione di palazzo Madama. L'iniziativa,
frutto dell'unificazione di proposte legislative di FdI e della
Lega, ha staccato (con voto unanime, 253 voti a favore e nessuno
contrario) il traguardo dell'Aula della Camera lo scorso 25
gennaio. In base al testo, un compenso, per essere equo,
dev'essere "proporzionato alla quantità e alla qualità del
lavoro"; nel provvedimento del centrodestra si stabilisce,
inoltre, che debbano corrispondere emolumenti congrui ai
lavoratori autonomi le imprese bancarie e assicurative (e loro
controllate e mandatarie), nonché le aziende con più di 50
dipendenti, o con un fatturato di oltre 10 milioni di euro,
nell'anno precedente al conferimento dell'incarico al
professionista. E gli accordi "al ribasso" saranno nulli, così
come qualsiasi patto che vieti al professionista di pretendere
acconti in corso d'opera e che attribuisca al cliente "vantaggi
sproporzionati".
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