(ANSA) - ROMA, 06 MAG - "Una legge sull'equo compenso non è
più procrastinabile", ma "va approvata entro la fine della
legislatura". È l'appello di ProfessionItaliane - l'associazione
che racchiude al proprio interno le rappresentanze professionali
del Comitato unitario delle professioni e della Rete delle
professioni tecniche - rivolto al presidente della Commissione
Giustizia del Senato, Andrea Ostellari della Lega, ai componenti
della stessa Commissione e a tutti i partiti che hanno sostenuto
fin qui il disegno di legge di iniziativa parlamentare per
garantire un compenso equo alle prestazioni professionali. Il
provvedimento, recita una nota, da anni al centro del dibattito
parlamentare, è stato approvato lo scorso ottobre alla Camera
per poi passare in Commissione Giustizia al Senato, dove
attualmente è fermo in attesa di ulteriori modifiche. "Le
tempistiche per apportare le opportune correzioni al testo di
legge rischiano di non coincidere con la fine del prossimo anno
e, quindi, di vanificare ciò che di buono è stato fatto finora.
Per questo è indispensabile approvare in tempi certi e
nell'attuale stesura approvata alla Camera il Disegno di legge
sull'equo compenso all'esame del Parlamento", precisano Armando
Zambrano e Marina Calderone, rispettivamente presidente e
vicepresidente dell'Associazione che rappresenta 23 Consigli
nazionali di Ordini e Collegi. "Sebbene il testo possa essere
ancora migliorato, in particolar modo in riferimento ai limiti
applicativi che oggi non tengono conto della tipicità del
tessuto economico e imprenditoriale italiano, formato
principalmente da piccole e micro imprese, dobbiamo evitare di
vanificare il lungo percorso legislativo intrapreso finora, che
ha permesso di portare all'attenzione del legislatore le istanze
dei professionisti, rafforzandone le tutele, soprattutto nei
confronti di clienti ritenuti "forti" e individuati in banche,
assicurazioni, imprese medio-grandi, pubbliche amministrazioni e
società a partecipazione pubblica. Il provvedimento oggi
consentirebbe di garantire un compenso proporzionato alla
quantità e qualità del lavoro svolto, al contenuto, alle
caratteristiche della prestazione professionale e conforme a
parametri già previsti. Un primo passo verso la corretta
remunerazione dei professionisti che non può essere cancellato",
si chiude la nota. (ANSA).