(ANSA) - ROMA, 16 MAG - "La riforma del processo tributario
sembra finalmente avviarsi alla sua realizzazione, non fosse
altro per rispettare gli impegni presi con il Pnrr (Piano
nazionale di ripresa e resilienza): lo schema di disegno di
legge di prossima approvazione da parte del Consiglio dei
ministri, se da un lato evidenzia molti punti da sempre
caldeggiati anche dalla nostra associazione, dall'altro presenta
criticità", una su "un punto che riteniamo essere altamente
discriminatorio, oltre che contradditorio", giacché "per la
nomina dei magistrati tributari si stabilisce che al concorso
per esami, sono ammessi i laureati in possesso del diploma di
laurea in Giurisprudenza. L'esclusione dalla possibilità di
accesso anche a coloro che sono in possesso di diploma di laurea
specifica in materia tributaria, suscita molte perplessità, in
quanto in un ambito tanto delicato e specialistico come il
processo tributario, non è pensabile che l'organo giudicante non
abbia conoscenze specifiche in tema fiscale, contabile,
aziendale". Lo si legge in una nota dell'Anc (Associazione
nazionale commercialisti). "È questa un'evidente discriminazione
nei confronti di un'ampia platea di professionisti - dichiara il
presidente Marco Cuchel - ma anche una palese contraddizione con
quello che dovrebbe essere un principio cardine della riforma,
ovvero l'elevata professionalità e specializzazione in materia
tributaria da parte dei giudici tributari". La magistratura
tributaria, infatti, prosegue, "nella legge delega per la
riforma tributaria in approvazione, assurge ad un'elevata
connotazione professionale che, gioco forza, deve distinguersi
dalle altre magistrature e deve avere una particolare competenza
delle materie trattate, stante il forte impatto sul tessuto
economico nazionale. Non dimentichiamo che tratta cause
quantificate in circa 41 miliardi e l'1% del Pil nazionale", si
chiude la nota del sindacato professionale. (ANSA).