(ANSA) - ROMA, 11 MAG - "L'ipotesi di un'approvazione del
disegno di legge sull'equo compenso 'sic et simpliciter', tanto
criticato e avversato dai professionisti stessi, è frustrante"
ed è "già è svilente che serva una legge per decidere che un
professionista debba essere pagato il giusto ('in primis' dalla
Pubblica amministrazione), ma dovere anche difendere con i denti
la nostra dignità ci appare veramente eccessivo", perciò
"rischiare di essere addirittura penalizzati", mediante questo
testo, "ci sembra eccessivo e aberrante". Questa la presa di
posizione di due sindacati dei commercialisti, Adc e Ungdcec,
presieduti da Maria Pia Nucera e Matteo De Lise, sul
provvedimento riguardante l'equo compenso per le prestazioni
professionali che oggi torna all'esame della Commissione
Giustizia del Senato, dopo mesi di 'stop' e ancora senza i
pareri sui circa 150 emendamenti presentati da parte della
Commissione Bilancio; il riferimento delle associazioni di
categoria alla possibilità di "essere addirittura penalizzati"
dalla norma riguarda il capitolo che prevede che, in caso il
professionista accetti una remunerazione non giusta, l'Ordine
può sanzionarlo. La questione, specifica la nota di Adc e
Ungdcec, "non è centrata su eventuali incentivi, o guarentigie,
ma sul diritto di essere pagati il giusto, e non essere vessati
da norme deontologiche ingiustificate" con "ingerenze oltre
misura nel nostro lavoro". (ANSA).