(ANSA) - TORINO, 22 MAR - Nel 2020 l'emergenza sanitaria e le
misure introdotte per contenerla hanno portato alla sospensione
delle attività di interi settori produttivi con pesanti
contraccolpi sul mercato del lavoro. Il blocco dei licenziamenti
e la cassa integrazione hanno, tuttavia, evitato che le ricadute
sull'occupazione assumessero toni drammatici. Il numero medio di
occupati in Piemonte nel 2020 - secondo i dati di Unioncamere -
si è attestato a 1.778 mila, il 2,8% in meno rispetto alla media
2019. Il 55,6% è rappresentato da uomini contro il 44,4% di
donne. Il calo degli occupati di 52mila unità è riconducibile a
una marcata flessione registrata dal comparto agricolo (-5,3%) e
dal commercio e turismo (-4,4%), seguita da una contrazione
consistente nelle altre attività di servizi (-3,6%). Una
flessione in linea con la media complessiva ha caratterizzato,
invece, l'industria in senso stretto (-2,8%). Unico comparto in
crescita risulta quello delle costruzioni (+10,9%) spinto dal
Decreto Rilancio 2020. Il tasso di disoccupazione giovanile è
pari al 24,6%.
"La situazione emergenziale ha avuto un impatto determinante
sulla crescita e lo sviluppo economico della nostra regione.
Gli ammortizzatori sociali e le strategie adottate a più livelli
per evitare contraccolpi ancora più seri sui livelli
occupazionali italiani stanno svolgendo un ruolo di paracadute,
purtroppo non del tutto sufficiente. Il clima generale di
sfiducia e incertezza hanno colpito tutti i settori, a eccezione
delle costruzioni, e soprattutto le donne e i giovani", commenta
il presidente di Unioncamere Piemonte, Gian Paolo Coscia (ANSA).