(ANSA) - PALERMO, 19 GEN - Tra gennaio e marzo di quest'anno
in Sicilia le imprese stipuleranno 41.650 contratti di lavoro,
-24,3%, rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso; nel solo
mese di gennaio 14.410. E' quanto emerge dal bollettino mensile
del sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e
Anpal. Una tendenza più o meno in linea con la media italiana
(-23%) e con quella relativa a Sud e Isole (-24,8%) e Centro
(-24,7%).
Di questi 14.410, i dirigenti professionali con elevate
specializzazioni e tecnici sono 4.160 (28,9%), gli impiegati
professionali nel commercio e nei servizi 4.460 (31%), gli
operai specializzati e conduttori di impianti e macchine 4.560
(31,6%), le professioni non qualificate 1.230 (8,5%). Sempre con
riferimento alle 14.410 nuove entrate, 5.210 saranno nell'area
della produzione di beni ed erogazione di servizi, 3.430 in area
commerciale e vendita, 2.640 in area tecnica e della
progettazione, 1.790 nell'area logistica, 790 nell'area
amministrazione, finanziaria, legale e controllo di gestione,
550 in area direzione e servizi generali. Tra le professioni più
richieste: conduttori di mezzi di trasporto 1.100; operai
specializzati in edilizia e manutenzione edifici 1.640; commessi
e personale in negozio all'ingrosso 1.060; tecnici informatici
750; cuochi, camerieri e altre professioni dei servizi turistici
750; personale amministrativo e segreteria 740; operai
metalmeccanici ed elettromeccanici 730; personale non
qualificato nei servizi di pulizia e in altri servizi alle
persone 640; operatori dell'assistenza sociale, in istituzioni o
domiciliari 610; tecnici della sanità, dei servizi sociali e
dell'istruzione 600.
Con la laurea 3.210, con livello secondario e post secondario
5.630, con qualifica di formazione o diploma professionale
2.760, con nessun titolo di studio 2.810. Infine, tra gennaio e
marzo ne sono previsti 14.210 nell'industria e 27.440 nei
servizi.
"Dall'analisi emerge che sono stati persi circa 10mila posti di
lavoro nelle imprese siciliane - dice Santa Vaccaro, segretario
generale Unioncamere Sicilia - è un dato che certamente ci fa
molto preoccupare, anche perché si tratta di numeri importanti
che la nostra economia e il nostro mondo del lavoro non si
possono permettere".
"Da quasi un anno le aziende siciliane sono strette dalla morsa
dell'emergenza sanitaria da coronavirus che ha messo in
ginocchio l'intera economia dell'Isola - dice Pino Pace,
presidente di Unioncamere Sicilia -Da mesi chiediamo un piano di
ristori tempestivo ed adeguato che guardi alle perdite di
fatturato e a moratorie fiscali più ampie ed inclusive, invece
che ai codici Ateco. La diffusione dei contagi viene contrastata
con le restrizioni, la gente non può uscire e quindi non va in
giro a spendere". (ANSA).