I sindacati di polizia
penitenziaria diserteranno la cerimonia del 205° anniversario
della fondazione del corpo, in programma venerdì prossimo a
Torino. "Siamo diventati un sacco da boxe. Noi non ci saremo
perché non c'è nulla da festeggiare", dicono Sappe, Osapp, Uil
Pp, Sinappe, Uspp. Fns Cisl e Cnpp. Una protesta per "le
condizioni disumane e lavorative in cui sono costretti ad
operare i poliziotti penitenziari negli istituti della regione
Piemonte che sono diventate delle vere e proprie polveriere -
sostengono i sindacati - Dopo l'ultima in ordine di tempo
aggressione a Torino da parte di un detenuto sottoposto al
regime d'articolo 41 bis, dopo la mancata concessione del
congedo parentale a personale di polizia penitenziaria del
carcere di Biella, non c'è' proprio nulla da festeggiare se non
smetterla con le passerelle da etichetta e con le chiacchiere ed
assumere seri e concreti provvedimenti a tutela delle donne e
degli uomini della polizia penitenziaria che sono giunti allo
stremo delle loro forze".
Per i sindacati le condizioni di lavoro sono divenute da
critiche a "devastanti". "La polizia penitenziaria non ce la fa
più a fronte di turni massacranti e di diritti non concessi,
ferie negate al personale, vestiario carente, mezzi roventi e
ansimanti per eseguire le traduzioni, sovraffollamento alle
stelle condizioni dei luoghi di lavoro penosi e fatiscenti,
gravissima carenza di organico". Le sigle sindacali della
polizia penitenziaria, in conclusione, chiedono al capo del Dap
(dipartimento dell'amministrazione penitenziaria) e il ministro
della Giustizia Marta Cartabia di dichiarare "lo stato di
emergenza delle carceri italiane".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA