E' allarme per l'assenza di figure
altamente specializzate, soprattutto nel settore digitale,
nell'Ict e nell'edilizia. A soffrire sono soprattutto le piccole
imprese, mette in evidenza da un'indagine di Confartigianato
Torino. È difficile trovare laureati in ingegneria industriale,
in indirizzo scientifico, matematico e fisico, ingegneri
elettronici e informatici, diplomati in informatica e
telecomunicazioni. Le competenze digitali, al di là delle
mansioni svolte, sono richieste dalla maggioranza delle imprese.
Cresce la difficoltà di reperire personale anche sul fronte
green/sostenibilità ambientale, altro pilastro della futura
ripartenza.
Secondo il sondaggio, scarseggiano anche le figure
professionali nella ristorazione come cuochi e pizzaioli.
Mancano all'appello attrezzisti di macchine utensili, meccanici
e montatori, tecnici vendite e distribuzione, autoriparatori,
installatori e autisti di mezzi pesanti. Lavori che sembra che
nessuno voglia più fare. Nell'edilizia non si trovano tecnici
meccanici, saldatori e tagliatori a fiamma, saldatori e operai
specializzati nell'edilizia e nella manutenzione degli edifici,
manovali e addetti ai ponteggi, figure specializzate nella
carpenteria e lavorazione del ferro, manodopera nella posa dei
cappotti termici, autisti di camion.
"Le competenze che servono sono sempre meno generali e sempre
più particolari. Per colmare la distanza con l'offerta di lavoro
le scuole possono fare molto, bisogna intrattenere relazioni
sistematiche con il territorio, dialogare con le imprese sugli
stage, studiare le diverse attività attraverso i codici Ateco,
per strutturare i corsi", sottolinea Dino De Santis, presidente
di Confartigianato Torino, che chiede "di rendere lo strumento
dell'apprendistato più appetibile dal punto di vista del costo
del lavoro a carico dell'impresa" e di consentire la
valorizzazione del ruolo del maestro artigiano.
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