Per la prima volta dopo oltre 600
anni, la Fondazione Artea riporta a Saluzzo, nel Cuneese, il
prezioso codice miniato dell'opera del marchese Tommaso III, "Le
livre du Chevalier errant".
Tra il 1394 e i primi anni del Quattrocento, Tommaso III, figlio
primogenito del marchese Federico I di Saluzzo, ideò la
narrazione di un viaggio virtuale tra realtà e finzione, di
tradizione dantesca, come cornice per divulgare le leggende più
apprezzate nel suo tempo, utilizzando una tecnica narrativa
innovativa.
L'elegante manoscritto, conservato nelle collezioni della
Biblioteca Nazionale di Francia a Parigi, verrà esposto dal 5 al
10 ottobre al Monastero della Stella all'interno della mostra
"Tesori del Marchesato di Saluzzo. Arte, storia e cultura tra
Medioevo e Rinascimento" e sarà oggetto del convegno
internazionale "Le Chevalier Errant: amore, fortuna e
conoscenza. Le vie della cultura nel Medioevo europeo", venerdì
8 ottobre alle 15.30, presso la sala conferenze dell'ex
monastero (Piazzetta della Trinità, 4).
L'iniziativa si inserisce nell'ambito delle azioni promosse
dalla città, candidata a Capitale Italia della Cultura per il
2024.
"Siamo felici e molto emozionati per questo prestito
assolutamente eccezionale che riconferma i legami storici, mai
interrotti, tra la Francia e Saluzzo - dichiara Marco Galateri,
presidente della Fondazione Artea -. Le Chevalier Errant
descrive un mondo ideale cavalleresco che seppur al tramonto era
ancora vivo a Saluzzo, quasi fosse la Camelot di un regno
fantastico che gli affreschi del Castello di Manta ci ricordano
ancora oggi".
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