Sono passati dieci anni dal
referendum che il 13 gennaio 2011
spaccò i lavoratori di Mirafiori, fabbrica simbolo della Fiat,
e aprì una lunga stagione di conflitti con l'azienda e tra i
sindacati. Giorgio Airaudo, che è stato uno dei protagonisti di
quello scontro e oggi è tornato alla guida della Fiom Piemonte,
dopo l'esperienza in Parlamento con Sel, vede in Stellantis
"l'inizio di una fase nuova".
"Il modello imposto da Sergio Marchionne è stato superato.
Per il sindacato Stellantis è una grande sfida", sostiene. "Il
referendum interessò 5.130 lavoratori delle carrozzerie e i sì
vinsero per poco - 54% contro il 46% - con il voto decisivo
degli impiegati. In molti casi tra gli operai prevalse il no. In
cambio di quell'accordo, che riduceva le pause, modificava i
turni e limitava il diritto di sciopero, Marchionne aveva
promesso piena occupazione, salari più alti e tanti modelli. Uno
scenario che non si è realizzato".
Oggi le cose sono diverse. "Marchionne - osserva Airaudo -
voleva portare in Italia un modello di relazioni sindacali di
tipo americano, anche perché voleva un accordo con Gm. Le cose
sono andate in modo diverso. Ci sarà bisogno di
un'armonizzazione tra modello Usa e modello europeo: il
sindacato dovrà porsi unitariamente questo obiettivo senza
voglia di rivincite o rendite di posizioni".
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