In dieci anni ha più che
raddoppiato la produzione, passando da 400 mila a un milione di
bottiglie della vendemmia 2019, con un trend di crescita
dell'11.3% nell'ultimo anno e il lancio della novità Riserva,
vino invecchiato con un affinamento di 24 mesi. Il Consorzio dei
produttori del Ruchè docg traccia un bilancio che ha lati
positivi anche nell'anno della pandemia. "Il nostro vino è molto
richiesto per le vendite on line, ed apprezzato anche da chi
cerca vini particolari", spiega il consigliere Franco Cavallero.
Le 21 aziende iscritte al Consorzio rappresentano il 90%
della produzione di Ruchè, che riguarda soltanto 7 Comuni della
provincia di Asti: Castagnole Monferrato, Grana, Montemagno,
Portacomaro, Refrancore, Scurzolengo e Viarigi. Il mercato di
vendita è soprattutto quello del nod-ovest, ma è anche amato a
Roma; all'estero le bottiglie di Ruchè vanno soprattutto negli
Usa e nel sud-est asiatico. "Dieci anni fa il nostro vino è
entrato nell'Olimpo dei migliori vini d'Italia, ovvero quelli
riconosciuti con la docg, vertice della piramide della qualità
in Italia. - ricorda Luca Ferraris, presidente del consorzio -
La tipologia Riserva, risultato più recente, permette a chi lo
desidera di produrre un vino più complesso, capace di affinare
per lungo tempo e acquisire valore alla stregua dei grandi
'fratelli' piemontesi"
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