Il Pil del Piemonte ha subito un
calo nel primo semestre 2020 del 12,5%: la flessione è stata del
6,5% nel primo trimestre e di poco inferiore al 19% nel secondo.
Si tratta in tutti i casi di dati peggiori della media italiana.
Lo dice Banca d'Italia sulla base del nuovo indicatore
dell'economia regionale (ITER) che permette di stimare
tempestivamente l'andamento dell'attività economica territoriale
con frequenza trimestrale. "Nel primo semestre la caduta è stata
molto pesante, mentre nel terzo trimestre c'è stata una ripresa
parziale ma rilevante dell'attività economica. Le nuove misure
di blocco e il parziale lockdown accrescono l'incertezza e
rischiano di produrre nuovi rallentamenti", ha sottolineato il
direttore della sede di Torino della Banca d'Italia, Lanfranco
Suardo.
Nei primi dieci mesi dell'anno l'occupazione - ha spiegato
Roberto Cullino della Divisione Analisi e ricerca economica
territoriale di Banca d'Italia Torino - si è ridotta con 17.000
posti di lavoro in meno tra gli autonomi e i dipendenti con
contratti a termine, mentre gli occupati a tempo indeterminato
sono rimasti stabili, anche grazie al blocco dei licenziamenti.
L'indicatore Regio-coin Piemonte, che fornisce una stima
dell'evoluzione delle componenti di fondo dell'economia
regionaledopo essere sceso nello scorso maggio al livello più
basso dal 2007, a partire da giugno è tornato a salire. Il
recupero dell'attività però è risultato non omogeneo tra i
settori. Nell'industria la ripresa è stata più forte, mentre nel
terziario il rafforzamento dell'attività nei mesi estivi è stato
meno intenso.
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