Sessantatre chili di rifiuti, di
cui il 60% imballaggi in plastica, raccolti nel fiume torinese
in 4 mesi con il progetto Po d'AMare, sperimentazione voluta da
Amiat (Gruppo Iren) finalizzata a prevenire il 'river litter',
che ha anche consentito di riciclare il materiale realizzando 10
portapenne. Un dato basso che, secondo i promotori, dimostra
"che, laddove il ciclo dei rifiuti viene gestito rispettando la
normativa in materia e secondo criteri di sostenibilità
ambientale ed economia circolare, i risultati in termini di
tutela delle risorse comuni sono evidenti".
"Per una città che punta a diventare sempre più green -
sottolinea la sindaca Chiara Appendino - i risultati ci
consegnano quella che è una buona notizia per l'ambiente. La
quantità esigua di materiale rinvenuto è il frutto dell'impegno
di un sistema fatto di istituzioni, aziende e consorzi che
consente di intercettare e riciclare i rifiuti prima che
arrivino ai fiumi. Nonché di tutti i cittadini che, con il loro
comportamento virtuoso, possono essere davvero protagonisti
nella difesa del nostro ambiente".
Il progetto è stato predisposto da Fondazione per lo sviluppo
sostenibile, Consorzi Castalia e Corepla, Autorità di Bacino
distrettuale del fiume Po con il patrocinio del Ministero
dell'Ambiente, dell'Aipo e la collaborazione del Comune.
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