Il Manifesto per il Turismo
Italiano e le imprese del turismo organizzato sono deluse e
continuano a battersi affinché il decreto Rilancio venga
modificato e integrato prima che diventi legge.Per manifestare
il dissenso del settore, come atto di protesta, è stata lanciata
la campagna social con il gruppo Facebook #cosinonriparto, che
in un solo giorno ha raggiunto quasi 5.000 iscritti. Il gruppo
invita tutta la filiera del turismo a postare immagini
simboliche di imprenditori, lavoratori, agenti di viaggio che,
metaforicamente, "fanno le valigie" dalla propria attività.
Il decreto Rilancio - spiegano - non prevede nulla di
significativo per il settore e distrugge le prospettive di
ripresa del comparto, che conta 13.000 imprese tra agenzie di
viaggi, tour operator e organizzatori di eventi, 80.000 addetti
e un valore di 20 miliardi, a cui si aggiungono 650.000 posti di
lavoro e 85 miliardi di volumi creati dall'indotto. Sono a
rischio entro giugno oltre mezzo milione di occupati nella
filiera.
Quattro i punti su cui si chiede di intervenire: l'aumento
della capienza del fondo per il turismo organizzato e gli
eventi, modifiche agli ammortizzatori sociali e al tax credit
vacanze (Bonus Vacanze), credito di imposta per gli affitti
senza limiti di fatturato ed esteso anche alle aziende del
turismo.
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