E' sempre debole il clima di
fiducia tra le imprese piemontesi con la solita dicotomia tra
manifatturiero, dove le previsioni sono più negative anche se
non si profila una recessione, e terziario più ottimista. Lo
conferma l'indagine congiunturale trimestrale di Confindustria
Piemonte.
Nel manifatturiero le attese su produzione, ordini ed export
restano lievemente sfavorevoli. Il tasso di utilizzo degli
impianti è al 75%, livello elevato e il ricorso alla cassa
integrazione è aumentato ma contenuto. Stabili gli investimenti,
programmati da un quarto delle aziende e le previsioni
sull'occupazione. Soffrono tessile, automotive, metallurgia ed
edilizia. Buone prospettive per alimentare, gioielli,
giocattoli. Tra le province bene Cuneo, Alessandria, Novara e
Canavese, in difficoltà Torino, Vercelli, Verbania e Biella.
"Non si intravedono soluzioni immediate alla fase di stagnazione
e incertezza che ha caratterizzato gli ultimi trimestri",
commenta Fabio Ravanelli, presidente di Confindustria Piemonte.
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