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Chiesa cattolica Cina in prima linea per cura malati

Mobilitati enti carità, diocesi, parrocchie, movimenti, preti, suore

    L'impegno della Chiesa cattolica contro la diffusione del coronavirus in Cina non si è limitato all'invio da parte della Santa Sede di circa 700 mila mascherine nelle province di Hubei, Zhejiang e Fujian: enti caritativi cattolici locali, diocesi, parrocchie, movimenti ecclesiali, sacerdoti, suore e singoli fedeli laici si sono mobilitati per rispondere alle esigenze della popolazione cinese, facendo sentire il sostegno della Chiesa universale.

    "Il materiale sanitario e i medicinali stanno andando gradualmente in via di esaurimento. I nostri medici, infermieri suore e laici sono esposti al pericolo di contagio da coronavirus. Da direttrice di un ospedale sono molto triste e preoccupata, ma sono una suora e sono altrettanto fiduciosa. Sappiamo che il Papa e la comunità cattolica in tutto il mondo stanno pregando per noi e sono con noi: questo ci dà molta forza". Sono le parole, all'agenzia vaticana Fides, della suora direttrice dell'ospedale cattolico gestito dalle religiose della Congregazione di Holy Hope, diocesi di Xian Xian nella provincia di Hebei. Come avviene per quella struttura sanitaria, molti altri ospedali dipendenti dalla Chiesa in Cina continentale sono in prima linea per affrontare l'emergenza della diffusione del coronavirus, accogliendo e curando persone infette.

    Le comunità cattoliche hanno messo fin dall'inizio tutto il loro impegno per partecipare alla "lotta contro il tempo": tanti ospedali cattolici, imprese, fabbriche di proprietà di fedeli si sono messi a disposizione delle autorità civili per accogliere i contagiati o produrre i materiale sanitari necessari. La comunità cattolica si è subito attivata anche sul piano spirituale, lanciando un appello alla preghiera, cui hanno aderito migliaia di comunità nella Cina continentale e fuori dal Paese.

    Inoltre "Jinde Charitie", la più grande organizzazione caritativa cattolica attiva nella Cina continentale, ha diffuso un appello per la raccolta di fondi che ha coinvolto enti internazionali come Caritas Internationalis e singoli Paesi, che hanno fatto sentire il loro sostegno dopo le parole pronunciate da Papa Francesco durante l'Angelus del 26 gennaio. L'appello di Jinde Charities ha avuto vasta ecco, soprattutto in tanti ospedali cattolici gestiti da ordini religiosi in tutto il mondo. Come comunicato a Fides, alla data del 5 febbraio, Jinde Charities ha ricevuto 6 milioni di yuan (circa 800 mila euro) di donazioni dal mondo cattolico: una somma già destinata interamente all'acquisto dei materiali di prima emergenza. Dal 3 al 5 febbraio, Jinde Charitie ha fornito oltre 10 mila tute di isolamento, 100 macchinari di ausilio per l'apparato respiratorio e 30 tonnellate di disinfettante, dimostrando concretamente il sostegno dell'intera comunità cattolica cinese e della Chiesa universale.

    "Siamo cattolici, il nostro cuore e il nostro messaggio di amore è universale. Dove c'è bisogno, siamo pronti a far sentire la nostra vicinanza e carità all'umanità sofferente, senza distinzioni di appartenenza religiosa, etnica, nazionalità" dice don Wang Wei, parroco della parrocchia di Shao Lin Kou, diocesi di Tian Jin. "Impossibile raccontare in modo capillare l'immensa mobilitazione - spiega -, perché ormai è un'azione che tocca tutte le comunità cattoliche nella Cina continentale, che stanno facendo la loro parte, sia con preghiere, novene, rosari, sia con impegni concreti".
   

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