(ANSA) - CITTA' DEL VATICANO, 8 LUG - La Chiesa
greco-cattolica dell'Ucraina ha chiesto a Papa Francesco di
visitare il Paese. "Crediamo che la sua visita sarebbe la
possibilità concreta di mettere fine alla guerra. Molti in
Ucraina ritengono che se il Papa toccherà la terra dell'Ucraina
la guerra finirà. Anche Putin potrebbe capire un gesto del
genere": a parlare è l'arcivescovo maggiore della Chiesa
greco-cattolica in Ucraina, mons. Sviatoslav Schevchuk, che ha
incontrato la stampa dopo la due-giorni in Vaticano con Papa
Francesco. Parla dell'invito e riferisce anche la riposta
ricevuta dal pontefice: "Ci penserò".
Schevchuk parla della difficile situazione della su gente che
in cinque anni di conflitto ha contato 13mila vittime, "secondo
le cifre ufficiali quindi bisogna calcolare il doppio",
commenta. Trentamila i feriti, tanti i bambini rimasti senza un
arto o sotto choc per le bombe. Attacchi contro ogni diritto
internazionale: "Nelle ultime due settimane - riferisce - sono
stati uccisi quattro medici e bombardate le ambulanze".
Una "guerra dimenticata", commenta, "e noi vogliamo essere
portavoce del popolo sofferente. Il Santo Padre si è interessato
in modo particolare - riferisce l'arcivescovo ucraino - dei
tanti bambini colpiti che hanno bisogno di cure e
riabilitazione".
E ai giornalisti che gli facevano notare come la visita della
Chiesa greco-cattolica ucraina in Vaticano sia arrivata
esattamente il giorno dopo di quella del presidente russo
Vladimir Putin, l'arcivescovo commenta ironicamente: "Il nostro
incontro era stato annunciato prima e comunque abbiamo avuto la
possibilità di dire l'ultima parola, di disintossicare dalla
propaganda. Siamo sicuri che il Papa è stato portavoce in
quell'incontro" con Putin. "Abbiamo saputo - prosegue - che è
stato raggiunto un accordo tra la Russia e il Bambino Gesù per
lo sviluppo della pediatria. Forse si potrebbe chiedere la
presenza dei medici del Bambino Gesù anche in Ucraina".
Schevchuk parla anche del piano umanitario voluto dal Papa e
che sta aiutando l'area più colpita dal conflitto, quella del
Donbass. "La gente quando arrivano gli aiuti piange, non solo
per le cose che vengono loro date ma perche sentono che non sono
stati dimenticati".
Poi interviene sulle prossime elezioni nel Paese: "Non
appoggiamo nessun partito politico, difendiamo lo Stato e i suoi
valori".
Infine parla dell'esodo dei giovani ucraini: un milione
l'anno lasciano il Paese. "Trattateli bene, sono la parte
migliore dell'Ucraina, e soprattutto pagateli bene", è
l'accorato appello dell'arcivescovo.(ANSA).