(ANSA) - ROMA, 15 GEN - La crisi rischia di indebolire il
Paese e dividere; in questo contesto "il mondo cattolico può
essere enzima per ricomporre la crisi. Ha il compito di
custodire il metodo democratico, ispirare il Recovery plan
attraverso un nuovo modello di sviluppo integrale, riconciliare
le tensioni tra credenti impegnati in politica, dare speranza
senza alimentare le paure. È in gioco il futuro del Paese". Lo
sottolinea il gesuita padre Francesco Occhetta, esperto di
politica italiana, membro del Comitato Settimane Sociali della
Cei, in un editoriale che uscirà domenica 17 gennaio sulla
testata di 'Comunità di Connessione', la rete di formazione e
dialogo politico rivolta ai giovani.
"In politica le crisi sono fisiologiche e non patologiche -
argomenta padre Occhetta - ma per superarle occorre distinguere
il merito, il metodo e le intenzioni che le nutrono. L'alleanza
di governo, nata contro le elezioni anticipate non si è
trasformata a favore di un progetto comune. È mancata la volontà
di dialogare se pensiamo che i leader politici si sono seduti
una sola volta insieme. Nel merito IV ha 'gridato' alcuni punti
legittimi da chiarire come ad esempio il Mes mentre il Pd li ha
solo sussurrati. Nel metodo però la scelta di ritirare la
propria rappresentanza di Governo contraddice il merito di
migliorare ciò che si chiedeva. Per questo rimane un'incognita
comprendere per l'opinione pubblica le intenzioni morali che
hanno ispirato la scelta".
Il Paese "ne esce indebolito, bastava raccogliere l'invito
del Presidente Matterella per ritrovare l'unità nel rispetto
delle differenze. L'azione di governo si è indebolita, il mondo
cattolico può essere enzima per ricomporre la crisi".
"Nel 1959 Moro aveva parlato di 'convergenze parallele', un
ossimoro per dire che due o più partiti convergono su alcuni
punti di programma, mantenendo una distanza nella linea
politica. Ogni crisi porta con se dolore e costi, ma potrebbe
essere la via possibile per salvare il Paese" conclude padre
Occhetta. (ANSA).