(ANSA) - MILANO, 2 OTT - Sant'Ambrogio aveva gli occhi
asimmetrici, per un colpo ricevuto, e si era rotto la clavicola
destra in modo tale da provocargli forti dolori e difficoltà di
movimento: è quanto ha appurato la ricognizione eseguita da un
gruppo di ricerca coordinato da Cristina Cattaneo, ordinario di
Medicina legale e direttrice del LabAnOf dell'università Statale
di Milano.
Il gruppo ha esaminato anche le salme dei santi Gervaso e
Protaso, che erano fratelli. Alti 1,80 presentavano entrambi
difetti alle vertebre che ne hanno confermato la parentela.
Ventitre anni uno, ventisette l'altro avevano segni
inequivocabili di martirio: segni di decapitazione e lesioni
alle caviglie in un caso, lesioni da difesa e fratture alle
costole nell'altro.
Tutte le scoperte, anticipate oggi in una conferenza stampa
nella sala capitolare della basilica di Sant'Ambrogio, saranno
spiegate al pubblico in una giornata di studi il 30 novembre.
Già ora, però, si può confermare che le fattezze di
Sant'Ambrogio sono quelle del mosaico che si trova nella
cappella paleocristiana di San Vittore al cielo, all'interno
della basilica.
La ricognizione multidisciplinare (coinvolti non solo medici
ma anche fisici, chimici, esperti di nutrizione, di beni
culturali, esperti non solo della Statale ma anche
dell'università Cattolica, dell'ospedale Galeazzi, dell'archivio
capitolare della Basilica e della Soprintendenza) è stata decisa
in occasione dei 150 anni dal rinvenimento dei tre scheletri
(gennaio 1864) e da 50 anni dall'ultima apertura della teca in
occasione della traslazione del corpo di sant'Ambrogio in Duomo,
avvenuta nel 1974.
Il gruppo di ricerca ha eseguito la ricognizione e l'esame
antropologico dei resti dei tre santi; la valutazione dello
stato di conservazione e le indagini radiografiche e Tac degli
scheletri, un esame del sarcofago in porfido che ha contenuto i
santi fino alla metà dell'Ottocento, ricerche di archivio e
storiografiche. Le monache benedettine dell'Isola di San Giulio
d'Orta (Novara) si sono occupate del restauro dei preziosi
paramenti dei tre santi; le suore del Monastero di Viboldone in
San Giuliano Milanese hanno restaurato i documenti cartacei.
"Solo l'incrocio tra diversi saperi - ha sottolineato il
rettore della Statale Elio Franzini - permette oggi di avanzare
nelle conoscenza e di fare cultura".
"Attraverso questo studio - ha concluso monsignor Carlo
Faccendini, abate e parroco di Sant'Ambrogio - abbiamo
contribuito a custodire questo tesoro di fede e di bella umanità
che Milano offre al mondo".(ANSA).