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Afghanistan: Papa, aprire le porte a chi cerca nuova vita

"Europa testimoni fede con opere di misericordia e accoglienza"

    Le difficili, "concitate", circostanze legate al massiccio esodo di profughi dall'Afghanistan spingono papa Francesco a lanciare un forte appello a che "molti Paesi" aprano le porte a "quanti cercano una nuova vita", offrendo loro "accoglienza e protezione".
    "In questi momenti concitati che vedono gli afghani cercare rifugio, prego per i più vulnerabili tra loro", dice il Pontefice all'Angelus. "Prego che molti Paesi accolgano e proteggano quanti cercano una nuova vita - prosegue -. Prego anche per gli sfollati interni, affinché abbiano l'assistenza e la protezione necessarie". Francesco non manca di guardare anche al futuro del martoriato Paese. "Possano i giovani afghani ricevere l'istruzione, bene essenziale per lo sviluppo umano - è il suo auspicio -. E possano tutti gli afghani, sia in patria, sia in transito, sia nei Paesi di accoglienza, vivere con dignità, in pace e fraternità coi loro vicini".
    L'appello odierno del Paese non può non risentire delle resistenze che si mostrano in Europa, nonostante la solidarietà di facciata, all'accoglienza dei rifugiati dall'Afghanistan, e anche alla 'freddezza' su tale argomento emersa nel recente Consiglio Affari Interni dell'Ue di martedì scorso dedicato proprio alla crisi afghana ("L'Europa chiude le porte alla disperazione", ha lamentato il Centro Astalli, servizio dei Gesuiti per i profughi, mentre lo stesso presidente dell'Europarlamento, David Sassoli, si è detto "molto deluso" dalla risposta dell'Ue sui rifugiati).
    Ecco, allora, che oggi il Papa, proprio sul tema dell'accoglienza, si rivolge direttamente ai Paesi del Vecchio Continente, parlando del suo imminente viaggio che da domenica prossima lo porterà prima a Budapest (dove, in un'intervista, ha detto che "non sa" se incontrerà il premier Viktor Orban, tra i portabandiera delle chiusure dei confini agli immigrati) e poi in Slovacchia: quindi, come lui stesso afferma, "nel cuore dell'Europa". E affidando "le visite che compirò all'intercessione di tanti eroici confessori della fede", i quali "testimoniarono in quei luoghi il Vangelo tra ostilità e persecuzioni", invoca che "essi aiutino l'Europa a testimoniare anche oggi, non tanto a parole, ma soprattutto con i fatti, con opere di misericordia e di accoglienza, il buon annuncio del Signore che ci ama e ci salva".
    E mentre una politica europea per i profughi afghani è ancora tutta da definire - il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, ad esempio, ha ribadito ieri che chi lascia il Paese dovrà essere accolto negli Stati confinanti e non in Europa -, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, in collegamento da Doha col Forum Ambrosetti a Cernobbio, spiega che "quello che stiamo facendo come Governo in queste ore è di collaborare con i Paesi confinanti con l'Afghanistan sul fronte del rischio terrorismo ed il sostegno agli sfollati che ad esempio stanno riempendo i campi profughi". "Abbiamo la volontà - aggiunge - di costruire una maggiore collaborazione tra le intelligence per evitare che tra i rifugiati ci possano essere minacce terroristiche".
    Intanto, il pensiero del Papa va anche a chi in Afghanistan ci ha operato per portare aiuto e solidarietà, lasciando peraltro il Paese in extremis, con uno degli ultimi voli del ponte aereo italiano. Ricordando infatti, sempre all'Angelus, che "oggi ricorre la memoria di Santa Teresa di Calcutta, per tutti Madre Teresa", rivolge il suo "saluto a tutte le Missionarie della Carità, impegnate in tutto il mondo in un servizio spesso eroico". Come quello svolto per anni per i bambini disabili e per i più emarginati a Kabul.

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