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Don Buonaiuto, neanche pandemia ha fermato mercanti esseri umani

Da prostituzione a lavoro nero, le schiavitù al tempo del Covid

   "È impossibile ignorare lo sguardo sofferente di coloro che sanno di non potersi liberare da soli dalle catene che li tengono imprigionati con la paura e il ricatto". Don Aldo Buonaiuto, sacerdote di frontiera della Comunità Papa Giovanni XXIII, in un editoriale che Famiglia Cristiana pubblica nel numero da domani in edicola scuote le coscienze alla vigilia della Giornata mondiale contro le nuove schiavitù, che si celebra il 30 luglio.

    "Neanche questa lunga pandemia ha fermato i mercanti di esseri umani", scrive don Buonaiuto. "Tra le creature più indifese le giovanissime rapite, ingannate e sfruttate fino a ridurle a bancomat umani delle peggiori organizzazioni criminali tra loro in competizione per dividersi il turpe mercato del mercimonio coatto".

    Il business illegale della prostituzione "si è inabissato durante la crisi Covid senza mai esaurire il proprio potenziale di sofferenze e tragedie rimosse", osserva il prete anti-tratta.

    "Sotto l'emergenza dilagante del 'virus killer' ha continuato in maniera carsica a scorrere il fiume velenoso della prostituzione tiranneggiata dalle multinazionali della violenza. I clan hanno agito indisturbati cambiando le forme di un giro di affari che ha semplicemente differenziato le occasioni di arricchimento".

    Così è esploso "il fenomeno della vendita online di incontri a pagamento dietro ai quali si nasconde il volto malefico della tratta. Confinate in appartamenti le vittime sono costrette a ritmi di sfruttamento massacranti. Trasformando esistenze umane in catene di montaggio con la minaccia di sanguinose ritorsioni in caso di diminuzione delle entrate. Non potrò mai abituarmi ad ascoltare racconti come quello di Ana che di giorno era obbligata a ricevere i cosiddetti clienti reclutati sul web. E poi la notte doveva prostituirsi in strada per raggiungere la quota fissata quotidianamente dai propri aguzzini".

    Purtroppo i fronti della tratta sono molteplici, conclude don Buonaiuto nella sua allarmata riflessione: "Non sono solo i marciapiedi a essere teatro di indecenti schiavitù, bensì anche i cantieri abusivi nei quali si è raggiunto il livello record di morti bianche, il caporalato nei campi, i settori legati al turismo sessuale e all'accattonaggio, le occupazioni in nero come badanti o babysitter. Con addentellati persino nel traffico internazionale di organi".

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