"Mai come in questo tempo abbiamo sentito il desiderio di farci vicini gli uni gli altri, insieme alle nostre comunità che sono in Italia. La sofferenza, la malattia, la morte, le difficoltà economiche di tanti, la distanza che ci separa, non vogliamo nascondano né diminuiscano la forza di essere uniti in Cristo Gesù, soprattutto dopo aver celebrato il Natale".
Inizia così la Lettera Ecumenica firmata da mons. Ambrogio Spreafico, presidente della Commissione Episcopale per l'ecumenismo e il dialogo, mons. Polykarpos Stavropoulos, vicario patriarcale della Sacra Arcidiocesi Ortodossa d'Italia e Malta, e dal pastore Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, in occasione della Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani (18-25 gennaio 2021).
Una luce, quella del Natale, sottolineano i tre firmatari, "che indica un nuovo inizio. Sì, non possiamo solo aspettare che dopo questa pandemia 'tutto torni come prima', come abitualmente si dice. Noi, invece, sogniamo e vogliamo che tutto torni meglio di prima, perché il mondo è segnato ancora troppo dalla violenza e dall'ingiustizia, dall'arroganza e dall'indifferenza". "Il male che assume queste forme - osservano - vorrebbe toglierci la fede e la speranza che tutto può essere rinnovato dalla presenza del Signore e della sua Parola di vita, custodita e annunciata nelle nostre comunità".
"In questi mesi di dolore e di grande bisogno - affermano - abbiamo visto moltiplicarsi la solidarietà. Molti si sono uniti alle nostre comunità per dare una mano, per farsi vicino a chi aveva bisogno di cibo, di amicizia, di nuovi gesti di vicinanza, pur nel rispetto delle giuste regole di distanziamento". Così, "non ci siamo lasciati vincere dalla paura, ma, sostenuti dalla presenza benevola del Signore, abbiamo continuato ad uscire per sostenere i poveri, i piccoli, gli anziani, privati spesso della vicinanza di familiari e amici. Le nostre Chiese e comunità hanno trovato unità in quella carità, che è la più grande delle virtù".
"Desideriamo, infine, intensificare la preghiera gli uni per gli altri, per i malati, per coloro che li curano, per gli anziani soli o in istituto, per i profughi, per tutti coloro che soffrono in questo tempo", concludono. "Come abbiamo scritto nella presentazione del sussidio per la Settimana di Preghiera per l'unità dei cristiani, oggi la nostra preghiera sale intensa, perché il Signore guarisca l'umanità dalla forza del male e della pandemia, dall'ingiustizia e dalla violenza, e ci doni l'unità tra noi".