(ANSA) - ROMA, 01 AGO - Per comprendere quanto sta accadendo
in momenti di crisi personale e sociale, occorre fare i conti
con il mistero del male e del dolore innocente. Ma per
affrontare e superare la pandemia e le sue conseguenze è
necessario uno sguardo che giudichi adeguatamente i segni dei
tempi e li interpreti nell'orizzonte della speranza cristiana. È
quanto propongono in un libro-dialogo don Luigi Maria Epicoco,
autore di spiritualità, e lo scrittore e giornalista Saverio
Gaeta nel libro "La speranza non è morta. Parole di fede in
tempo di crisi" (edizioni San Paolo).
Senza negare nessuna delle grandi domande che credenti e non
credenti si sono poste in questi mesi, in cui il mondo è stato
messo in ginocchio dall'emergenza coronavirus, Epicoco e Gaeta
affrontano temi come quello del male innocente, delle
rivelazioni e dei segreti, della fine dei tempi, della speranza
cristiana; ma anche temi caldi come la partecipazione alla
Messa, il senso dell'eroismo quotidiano, il valore della fede e
della preghiera, il senso della comunità e della modernità. Ne
scaturisce una prospettiva di fede che offre spiragli di luce
nell'apparente buio dei nostri giorni, un faro per quanti già
vivono l'esperienza cristiana, ma anche una sfida in positivo
per quanti invece ne sono lontani. (ANSA).