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Papa: più responsabilità colossi web su sicurezza minori

"A imprese telefonia mobile obbligo verifica età dei clienti"

    Il congresso internazionale di oggi e domani alla Casina Pio IV, in Vaticano, al tema del "Promuovere la dignità digitale del bambino" associava il sottotitolo "Dall'idea all'azione". E di suggerimenti e proposte su "azioni urgenti e concrete" per rendere il web un ambiente sicuro contro gli abusi sessuali sui minori e l'invasione della pornografia non ha fatto difetto l'ampio discorso di papa Francesco nell'udienza d'apertura.

    Il Papa si è rivolto ai leader religiosi presenti, tra cui il grande imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayeb, alle autorità civili come la regina Silvia di Svezia e il principe giordano Bin Zayed al Nahyan, a magistrati come Giuseppe Pignatone, e anche ai rappresentanti di colossi della rete come Google, Amazon, Facebook, Apple, Microsoft, per dire che le società del mondo digitale devono muoversi in modo più responsabile nei confronti dei minori. Inoltre alle imprese di telefonia mobile - i minori accedono a Internet ormai per lo più via smartphone - va imposto l'obbligo di verificare l'età dei propri utenti.

    La premessa di Francesco è stata che la Chiesa "negli ultimi decenni, in seguito alle esperienze drammatiche vissute nel suo corpo, ha raggiunto una viva consapevolezza della gravità degli abusi sessuali su minori e delle loro conseguenze, della sofferenza che provocano, dell'urgenza di sanarne le ferite, di contrastare con la massima decisione questi crimini e sviluppare una prevenzione efficace". La sfida è dunque di "favorire l'accesso sicuro dei minori" alle tecnologie digitali oggi in frenetico sviluppo, "garantendo, in pari tempo, la loro crescita sana e serena, senza che siano oggetto di violenze criminali inaccettabili o di influssi gravemente nocivi per l'integrità del loro corpo e del loro spirito".

    Purtroppo però, "l'uso della tecnologia digitale per organizzare, commissionare e partecipare ad abusi su minori a distanza, anche al di là dei confini nazionali, è in rapida crescita, e il contrasto efficace di questi delitti orribili appare difficilissimo, molto superiore alle capacità e alle risorse delle istituzioni e delle forze deputate a combatterli". Inoltre "la diffusione delle immagini di abuso o di sfruttamento di minori - ha detto Francesco - è in rapido aumento, ed esse si riferiscono a forme sempre più gravi e violente di abuso e a minori di età sempre più giovane". E "il propagarsi della pornografia nel mondo digitale cresce in modo vertiginoso".

    Non basta, tuttavia, la "condanna morale dei danni inflitti ai minori": essa "deve tradursi in iniziative concrete e urgenti". E ciò che occorre trovare è "un bilancio adeguato fra l'esercizio legittimo della libertà di espressione e l'interesse sociale ad assicurare che i mezzi digitali non siano utilizzati per commettere attività criminose a danno dei minori".

    Ecco quindi come sia "ormai evidente" che le grandi compagnie del mondo digitale "non possono considerarsi completamente estranee all'uso degli strumenti che mettono nelle mani dei loro clienti". È ad esse che il Papa ha rivolto "il più impellente appello alla responsabilità nei confronti dei minori, della loro integrità e del loro futuro". E questo perché "senza il pieno coinvolgimento delle società del settore, senza una piena consapevolezza delle ricadute morali e sociali della loro gestione e del loro funzionamento, non sarà possibile garantire la sicurezza dei minori nel contesto digitale".

    Per papa Francesco, poi, "come sta avvenendo in alcuni Paesi, è da incoraggiare l'impegno dei legislatori perché le imprese che permettono la navigazione tramite dispositivi mobili siano obbligate a verificare l'età dei loro clienti, in modo da poter inibire ai minori l'accesso ai siti pornografici". Oggi infatti "i minori usano perlopiù i cellulari, e i filtri usati per i computer sono rimasti inefficaci". Studi attendibili "dicono che l'età media di primo accesso alla pornografia è attualmente di 11 anni e tende ad abbassarsi ancora. Questo non è accettabile in alcun modo". "L'industria deve collaborare con i genitori nella loro responsabilità educativa", ha intimato Bergoglio: "l'identificazione dell'età degli utilizzatori non va quindi considerata una violazione del diritto alla privacy, ma una premessa importante per la tutela efficace dei minori".

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