(ANSA) - ROMA, 03 AGO - "C'è un equivoco gigantesco. Io ho
solo fatto presente, in maniera ineccepibile, di una legge che
oggi esiste e che all'atto pratico purtroppo non si realizza".
Così il presidente del Coni, Giovanni Malagò, è tornato sulla
questione dello ius soli, sottolineando che per molti ragazzi
appena maggiorenni inizia "una Via Crucis" in attesa della
cittadinanza.
È il solito discorso di questo Paese che io conosco, perché
sono finito col diventare un funzionario pubblico - ha detto
Malagò parlando a Radio Anch'io, su RadioRai -. Fino a quando
uno non passa dall'altra parte della scrivania, non si rende
conto di quello di cui stiamo parlando. Se si hanno 18 anni e un
giorno, come dice la legge, si diventa cittadini italiani,
questa è la legge e viene accettata. Già ci sono delle
Federazioni che mi hanno detto di loro atleti, di 14 o 15 anni,
che non possono partecipare alle competizioni internazionali. Il
problema è che a 18 anni e un giorno, per questi ragazzi,
comincia una 'Via Crucis'; io so di cosa stiamo parlando, si
tratta di una cosa che passa dagli uffici, dalle Prefetture, dai
ministeri".
"Molti casi - ha proseguito il presidente del Coni - li ho
dovuti seguire in primissima persona e devo ringraziare, senza
fare nomi, i politici di tutti i partiti, sensibilizzati
dall'urgenza di questo problema, che hanno accelerato la
burocrazia della pratica. È questo il problema e non voglio far
polemica". (ANSA).