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Balcani: Jansa smentisce, nessun documento a Ue su confini

Secondo indiscrezioni ha dato a Michel un controverso non-paper

13 aprile, 15:04
(ANSA) - BRUXELLES, 13 APR - "La Slovenia sta seriamente cercando delle soluzioni per lo sviluppo della regione e la prospettiva europea dei Paesi dei Balcani occidentali. Queste affermazioni cercano di impedire tale obiettivo". Lo scrive su Twitter il premier sloveno, Janez Jansa, smentendo le indiscrezioni di stampa circa l'esistenza di un documento informale sulle priorità della presidenza slovena del semestre Ue nei Balcani occidentali che suggerirebbe la ridefinizione dei confini degli Stati nella regione.

Secondo quanto riportato dal sito Politicki.ba che cita fonti a Lubiana e Bruxelles, Jansa avrebbe consegnato tra fine febbraio e inizi di marzo al presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, un 'non-paper' in cui si sottolineerebbe la necessità di porre fine alla dissoluzione della Jugoslavia.

Nell'articolo si fa riferimento allo scambio di territorio tra Kosovo e Serbia su basi etniche, ma anche ad un piano più ampio che implicherebbe la "dissoluzione pacifica" di Bosnia-Erzegovina e Macedonia del Nord.

"L'ultima volta che ho incontrato il presidente del Consiglio Charles Michel è stato l'anno scorso. Sarebbe difficile per me consegnarli fisicamente qualcosa a febbraio o marzo di quest'anno, come scrive un oscuro portale", ha scritto Jansa su twitter. La Slovenia assumerà la presidenza di turno del Consiglio dell'Ue il prossimo 1 luglio.

Sulla vicenda l'esponente croato della presidenza tripartita della Bosnia-Erzegovina, Zeljko Komsic, ha convocato l'ambasciatrice slovena a Sarajevo, Zorica Bukinac che, tuttavia, ha negato le accuse.

Lo stesso Komsic ha confermato oggi all'agenzia di stampa bosniaca, Fena, che il presidente della Slovenia, Borut Pahor, aveva chiesto ai membri della presidenza bosniaca se fosse possibile "una dissoluzione pacifica" della Bosnia-Erzegovina durante una sua recente visita a Sarajevo. Il presidente avrebbe incassato la risposta negativa dell'esponente croato e di quello bosniaco-musulmano, Sefik Dzaferovic, e quella positiva del membro serbo, Milorad Dodik. Secondo Komsic questa è stata una delle ragioni che lo hanno spinto a inviare a Bruxelles agli inizi di aprile un documento informale sulle ingerenze interne di Croazia e Serbia.

Il gabinetto di Pahor ha ribadito all'emittente balcanica N1 il sostegno del presidente sloveno al processo d'integrazione europea di Sarajevo e all'integrità territoriale del Paese, affermando che la domanda sulla separazione della Bosnia-Erzegovina fosse dettata dalla preoccupazione in merito a queste idee. (ANSA).

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