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Polonia: usanze e costumi della Vigilia di Natale

Cenone di 12 portate dopo digiuno, la mattina si fa l'albero

22 dicembre, 15:14

(di Adam Hanzelewicz) (ANSA) - VARSAVIA, 22 DIC - La Vigilia di Natale nella tradizione polacca è uno dei giorni più importanti dell'anno: ci si riunisce nell'ambito più ristretto di famiglia per assaporare insieme ogni momento di una vera e propria liturgia secondo le usanze trasmesse dalle passate generazioni, scandite da un percorso temporale che comincia dalla pratica del digiuno - obbligatoria fino al 2003, ma da molti ancora rispettata - e dall'addobbo dell'albero di Natale sin dalla mattina, usanza però sempre meno in voga negli ultimi anni, in attesa della prima stella, che ricorda quella di Betlemme, segnale convenuto per dare inizio alla serata.

In programma un cenone vero e proprio: in origine, a partire dal 18/o secolo, con numero dispari di portate, da cinque a undici a seconda di quelle che erano le possibilità materiali dei partecipanti, nell'ultimo periodo storico invece rigorosamente di 12 portate (numero degli apostoli e dei mesi dell'anno), a base di pesce, zuppe e prodotti della terra; no assoluto alla carne. I partecipanti all'evento dovrebbero essere in numero pari per una questione di pura scaramanzia: spesso per evitare la circostanza nelle case dei nobili si invitava un appartenente alla servitù, mentre in quelle popolari si ospitava un mendicante.

Tra i riti legati alla tavola imbandita c'è un posto libero lasciato per il viandante in segno di ospitalità, o per ricordare un defunto o un famigliare lontano. Solitamente, prima di sedersi a tavola, il capofamiglia legge uno dei brani del Vangelo che parla della Natività per poi procedere allo scambio di auguri e dell'oplatek, una cialda bianca benedetta, contenente raffigurazioni natalizie e molto simile all'ostia, simbolo di fratellanza e riconciliazione, che viene spezzata reciprocamente e mangiata.

Sotto la tovaglia bianca troveremo un po' di fieno, che tireremo fuori a fine serata, per sapere che tipo di vita ci aspetta: pescando uno stelo dritto saremo fortunati, pescandone invece uno piegato avremo un percorso tortuoso. Terminato lo scambio di auguri comincia la cena che si differenzia molto tra varie regioni della Polonia: comunque ci sono alcune portate classiche comuni a moltissimi polacchi.

In apertura quasi sempre il brodo di rape rosse con tortellini (barszcz czerwony z uszkami), che può essere seguito dalla zuppa di funghi porcini (zupa grzybowa), o dalla zuppa di ceci (grochowka wigilijna) con pasta fatta in casa simile ai tagliolini. Tra i primi, molto conosciuti dai turisti, i ravioli con il ripieno di cavolo bianco, porcini e burro (pierogi z kapusta). Per quanto riguarda i secondi vige la regola ferrea di cucinare la carpa, solitamente fatta all'ebraica, servita fredda con gelatina naturale dello stesso pesce; squisite anche le aringhe marinate (sledzie marynowane) con aceto e cipolla, spesso accompagnate da un bicchierino di vodka. Tra le altre portate sono da ricordare gli involtini di verza (golabki) ripieni di riso e porcini serviti con sugo di pomodoro. Come contorno abbiamo cavoli e ceci oltre all'insalata russa. Da bere c'è il kompot, una tisana di frutta e spezie fatta in casa, da gustare calda o fredda. Dolce tipico della Vigilia è il Makowiec, rotolo ripieno di semi di papavero, miele, noci e uva passa, mentre altra delizia è la kutia, dessert ricco e dolce, preparato con grano cotto, semi di papavero, noci, scorza d'arancia, miele, uvetta, mandorle, frutta secca e latte.

Terminata la cena si passa a intonare tutti insieme i tradizionali canti di Natale (koledy) - il primo in lingua polacca è stato composto nel 1424 - all'interno di un repertorio ricchissimo di oltre 500 pezzi esistenti. Per paesi e città girano ancora gruppi di persone che eseguono i canti per fare gli auguri riprendendo una tradizione rurale slava dello scambio dei doni in vista del nuovo anno. In uso in alcune regioni anche il lascito degli avanzi del cenone agli animali - che secondo alcune credenze a mezzanotte erano in grado di parlare - o agli spiriti dei defunti, lasciando il cibo vicino al camino di fronte a una panchina coperta di sabbia o cenere. E dopo cibo e musica non poteva mancare la messa di mezzanotte per chiudere la serata, uno dei momenti liturgici più attesi dai fedeli. (ANSA).

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