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Europee: destre e populisti trionfano in Polonia e Ungheria

Puniti i socialdemocratici in Romania, 'pareggio' in Croazia

27 maggio, 18:52
(di Stefano Giantin) (ANSA) - BELGRADO, 27 MAG - Vittoria oltre le aspettative per la destra conservatrice di Kaczynski in Polonia e nuovo trionfo per Orban in Ungheria. Conferme per i populisti del premier Babis in Cechia e per i conservatori del primo ministro Borissov, in Bulgaria. Pareggio tra chi governa e la minoranza in Croazia, mentre in Romania e Slovenia gli elettori premiano i partiti oggi all'opposizione a livello nazionale. È il quadro disegnato dagli elettori andati alle urne per le elezioni europee nell'Europa centro-orientale e balcanica.

POLONIA: trionfa ancora una volta a Varsavia il partito Diritto e giustizia di Jaroslaw Kaczynski (affine al gruppo Ecr), che ha conquistato il 45,56% dei voti alle elezioni europee, staccando di sette punti l'eterogenea Coalizione europea, fermatasi al 38,3%. Buon risultato, il terzo posto, per Wiosna (Primavera), con il 6% delle preferenze. Polonia dove il voto europeo sembra aprire la strada a un rimpasto di governo, dato che tra i nuovi europarlamentari ci sono ben tre ministri, tra cui quello degli Interni e dell'Istruzione e la vicepremier Beata Szydlo. CECHIA: i populisti di Ano (gruppo Alde), il partito del premier in carica, Andrej Babis, ha prevalso alle urne con il 21,18%, in aumento di cinque punti, conquistando sei seggi al Parlamento europeo. Al secondo posto, i conservatori del Partito democratico civico (Ecr), che diventa il secondo partito col 14,54% (sette in più) e conquista quattro seggi per l'Ecr. In evidenza il risultato dei Pirati, che diventano terza forza politica nel Paese mitteleuropeo con il 13,95%. SLOVACCHIA: A prevalere, sfruttando l'onda lunga favorevole delle recenti presidenziali, sono stati i liberali di centrosinistra di Progressive Slovakia della neo-presidente Zuzana Caputova, che sono riusciti a convincere il 20,11% degli elettori a Bratislava. Sconfitta cocente invece per i socialdemocratici dell'ex premier Robert Fico, che perdono nove punti rispetto al 2014 e scendono al 15,7%. Ma a colpire è soprattutto l'avanzata dell'ultradestra dell'ĽSNS, 12% alle urne (+10%). Slovacchia che, nel 2014, aveva registrato un record negativo di affluenza, con il 13%. Quest'anno il quadro è decisamente più roseo, con un 22,7% di aventi diritto andati alle urne, ma l'affluenza alle Europee in Slovacchia anche nel 2019 è risultata essere la più bassa a livello continentale. UNGHERIA: nuova vittoria schiacciate, a Budapest, per il partito Fidesz del premier Viktor Orban, che ha cavalcato come sempre il tema immigrazione per convincere gli elettori ma ha potuto anche vantare i buoni risultati in economia. Fidesz che ha conquistato il 52,3% dei voti. Al secondo posto, con un risultato di rilievo, la Coalizione Democratica (Dk) con il 16,3%, seguita dai liberali di Momentum al 9,7%, dai socialisti al 6,6% e dall'ex ultradestra di Jobbik, riciclatasi in partito conservatore di destra, al 6,5%. Fidesz, sospeso dal Ppe, non ha ancora sciolto il dubbio sulla collocazione al nuovo Europarlamento dei suoi tredici eletti alle Europee in Ungheria.

Ungheria dove le ultime elezioni europee hanno richiamato un numero maggiore di elettori rispetto al passato, con un'affluenza record, passata dal 28,9% di cinque anni fa al 43,3% (dati preliminari). SLOVENIA: a vincere è stata l'alleanza tra Partito democratico sloveno (SDS, conservatore) e Partito popolare sloveno (SLS), che ha raccolto oltre il 26,43% delle preferenze.

La coalizione, affine al Ppe, ha conquistato tre seggi. Al secondo posto i Socialdemocratici (SD), al 18,64%, seguiti dalla Lista del premier in carica Marjan Sarec (LMS), ora la terza forza del Paese, con il 15,58%, che conquistano due seggi a testa. Riesce a mandare un deputato in Europa anche il partito Nuova Slovenia (Ppe), che ha ottenuto l'11% delle preferenze. CROAZIA: secondo i risultati definitivi, è vittoria per i conservatori dell'Hdz (22,7%), ma in forte calo rispetto al 2014, quando però correvano in una grande coalizione di centrodestra; 18,7% per i socialdemocratici, all'opposizione. Ed è di fatto pareggio a Zagabria tra i maggiori partiti di centrodestra e centrosinistra, che si spartiscono in maniera equa otto seggi. Zagabria dove gli alleati del M5S alle Europee, il partito populista Zivi Zid riescono per la prima volta ad entrare all'Eurocamera con un seggio, dopo aver conquistato il 5,66% alle urne.

ROMANIA: è smacco per il partito socialdemocratico (Psd) al governo, che ottiene solo il 22,6% alle Europee, mentre i suoi alleati dell'Alde (Alleanza di liberali e democratici) non superano la soglia di sbarramento del 5% e si fermano al 4,1%. A vincere è stato invece, con il 26,9%, il principale partito di opposizione a Bucarest, il Partito nazionale liberale (Pnl). Psd che è stato punito "per il modo disastroso con cui ha governato il Paese", ha affermato il presidente della Repubblica, il liberale Klaus Iohannis. Romania dove a fare notizia è stato anche il dato sull'affluenza, schizzato verso l'alto, al 51% (dato preliminare), in fortissima crescita rispetto al 32,4% del 2014 e il più alto dal 2007, l'anno in cui Bucarest entrò nell'Unione europea. BULGARIA: A Sofia gli elettori hanno dato fiducia ai conservatori del Gerb del premier in carica, Boyko Borissov, che hanno toccato quasi il 31%, secondo dati ancora non definitivi, ma basati sul 95% delle schede scrutinate. Al secondo posto, i socialisti del Bsp (24,2%). In controtendenza rispetto al resto dell'Europa centro-orientale, il dato sull'affluenza. Come riportato dal sito dell'Europarlamento, il numero degli elettori andati alle urne tra Sofia e Plovdiv ha toccato il 30,8% quest'anno (dati preliminari), in calo rispetto al 35,8% di cinque anni fa. (ANSA).

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