(ANSA) - BELGRADO, 24 SET - Situazione sostanzialmente
tranquilla ma sempre carica di tensione al confine fra Kosovo e
Serbia, dove per il quarto giorno i manifestanti serbi bloccano
i valichi di Jarinje e Brnjak per protesta contro l'obbligo del
cambio di targa per i veicoli in entrata dalla Serbia. I due
posti di frontiera sono bloccati da una lunga fila di camion,
ruspe, pneumatici e altro materiale che impediscono il regolare
passaggio dei veicoli. E' possibile solo passare la frontiera a
piedi. L'unico posto di confine aperto alle auto e ai camion è
quello di Merdare. I manifestanti - tenuti a bada da un
massiccio schieramento di reparti speciali armati della polizia
kosovara, appoggiati da mezzi blindati - hanno trascorso
un'altra notte al freddo e sotto le tende per presidiare le loro
postazioni e protestare per quella che viene ritenuta una
decisione unilaterale e provocatoria di Pristina, per la quale
dal 20 settembre tutti i veicoli che entrano dalla Serbia e
circolano in Kosovo devono cambiare la targa serba con una
kosovara provvisoria, al costo di 5 euro e valida due mesi, Ciò,
sostiene il premier Albin Kurti, per il 'principio di
reciprocità' e in risposta a un analogo obbligo che hanno i
veicoli kosovari in entrata in Serbia. Una situazione che ha
irrigidito ulteriormente le posizioni delle parti già molto
distanti, gettando nuove ombre sul prosieguo del dialogo
facilitato dalla Ue. Da Bruxelles si moltiplicano gli appelli
alla moderazione e al ritorno al tavolo negoziale, ma Belgrado
ha fatto sapere che il dialogo potrà riprendere solo se si
ritornerà alla situazione anteriore al 20 settembre - revoca
della misura sul cambio di targa e ritiro dal nord del Kosovo a
maggioranza serba delle unità armate della polizia kosovara. La
Serbia, sostiene il presidente Aleksandar Vucic, è un Paese
sovrano, il Kosovo non lo è e non può imporre proprie targhe
automobilistiche con la sigla RKS - Repubblica del Kosovo.
(ANSA).
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